Pic-nic pedagogico, per un autunno caldo

by Sergio Segio | 10 Luglio 2011 7:27

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 LISBONA.Fino a un secolo fa la collina del Parque Eduardo VII era uno dei luoghi strategici per chi voleva prendere, manu militari, il controllo su Lisbona e sul paese. Oggi l’esercito è meno intraprendente di una volta e a provare a sottrarre il potere al governo della Troika si sono trovati, per un ben più pacifico pic-nic contro la precarietà , decine di gruppi: dal sindacato, la Confederaà§à£o Geral dos Trabalhadores Portugueses (Cgtp) alla Geraà§à£o a Rasca, ai Precarios Inflexiveis.

Il segno dell’inizio del tanto atteso autunno caldo? Sono in molti a sperarlo, ma delle migliaia di persone attese se ne presentano solo poche centinaia. Manuel Carvalho da Silva, segretario generale della Cgtp, è prudente: «Il paese ci metterà  del tempo per reagire, molte delle energie disponibili sono state spese nei mesi scorsi per combattere contro il governo Socrates». Più che la voglia di rivincita domina lo stordimento per il succedersi troppo rapido degli avvenimenti. Carlos, vent’anni, operaio precario iscritto al sindacato, ci racconta che tra le linee della catena di montaggio la paura è tanta. La sua è una fabbrica di grandi dimensioni, più di 1600 lavoratori, di cui, però, sono solo poche decine quelli sindacalizzati, segno che, anche nella grande industria, si fa fatica a radicarsi: «Fino a che non avrò un contratto fisso, la faccia, sul posto di lavoro preferisco non mettercela». Poi però ci confessa che non manca mai di partecipare a scioperi, volantinaggi e manifestazioni!
Tra tanti aspetti ce n’è uno che ci sembra prevalere al «pic-nic» ed è quello pedagogico. Tra salamelle e birrette sembra di fare un salto indietro di 40 anni, quando, erano gli anni Settanta, il paese usciva dalla dittatura e gruppi di militanti del partito comunista partivano per i campi per restituire «coscienza di classe» ai lavoratori. Joana confessa di non avere mai avuto, fino a poco tempo fa, alcun interesse per la politica, «di non saperne niente di marxismo, liberismo e di nadismo», anzi, «prima di frequentare le riunioni del gruppo Geraà§à£o a Rasca associavo la parola liberale a qualche cosa di positivo, non sapevo esattamente cosa significasse». Ed è forse proprio il linguaggio un po’ desueto della Cgtp e del Pcp a tenere lontane dalla pratica politica una generazione abituata più alla «narrazione» scintillante di Mtv che non a quella dei gruppi di stampo marxista. Sia come sia, mettendo da parte non pochi rancori, ieri vari movimenti si sono incontrati ed è una buona notizia. Il sindacato ha lanciato l’invito e ha messo a disposizione strutture, panini e volontari, i movimenti la disponibilità  a partecipare. Tutti sanno che non sarà  facile. I risultati ottenuti da una lunga stagione di lotte, uno sciopero generale e due imponenti manifestazioni, sono stati scarsi: Bruxelles è molto lontana e le colline del Parque Eduarto VII non sono più, oggi, il luogo strategico da cui prendere il potere.

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