Partite Iva «dormienti» , in arrivo la maxisanatoria

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Perché, per chi non lo sapesse, la distrazione della partita Iva inattiva può arrivare a costare oltre duemila euro. Multa che si riduce (e di molto) con questo condono approvato di recente con la manovra 2011. Per gli «autonomi» , l’obbligo di dichiarare la cessazione di attività  c’è sempre stato, ma da pochi giorni ci si può mettere in regola con sanzioni ridotte e un percorso semplificato. Il conto alla rovescia è partito il 6 luglio scorso. Da allora, e fino al prossimo 4 ottobre, grazie a questa sanatoria sarà  possibile regolarizzare la propria posizione pagando 129 euro, un quarto della multa minima normalmente applicata.
 Per mettersi in regola basta effettuare il versamento della sanzione minima tramite il modello F24, entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge. «Chi non coglie questa opportunità  â€” fanno sapere dall’Agenzia delle entrate— rischia una sanzione che può arrivare fino a 2.065 euro» . Non solo. Perché la misura consente ai funzionari del fisco di revocare d’ufficio la partita Iva. È il caso, ad esempio, dei titolari che per tre annualità  consecutive, non hanno esercitato l’attività  d’impresa, oppure che non hanno presentato la dichiarazione.
 L’Agenzia delle entrate ha anche stimato l’eventuale gettito proveniente dalla sanatoria: 80 milioni di euro è la cifra indicata nella relazione tecnica. Ma quali sono le regioni che più saranno coinvolte dalla misura? Il record delle partite Iva «dormienti» spetta alla Regione Lazio. Qui si concentrano il 13%degli «autonomi» inattivi, con una predominanza assoluta della provincia di Roma (77%). Segue la Lombardia con il 12%di soggetti «dormienti» , concentrati per lo più nella provincia di Milano (43%). Al terzo posto la Sicilia (11%), seguita dalla Campania con un 52%di partite Iva inattive nella provincia di Napoli. Diversi i settori in cui sono più diffusi i professionisti e le imprese «dormienti» .
 Le più colpite dal fenomeno sono, a pari merito, le società  che lavorano per le linee ferroviarie e metropolitane e le attività  non specializzate di lavori edili, come i m u r a t o r i (76.401 partite Iva, il 5,86%del totale). Ma nella «top ten» figurano anche i bar (29.944), le associazioni culturali (26.273), le agenzie matrimoniali (20.238), le associazioni di coltivazioni di uva (20.078) o il trasporto merci su strada (24.211).


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