Papa dal carcere: chiedo di votare alla Camera

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NAPOLI – «Sono nel pieno delle mie funzioni di parlamentare, intendo esercitare il diritto di voto e partecipazione ai lavori della Camera». Carcere di Poggioreale, le due di ieri mattina. Montecitorio ha autorizzato da poche ore l’arresto di Alfonso Papa, deputato del Pdl coinvolto nell’inchiesta su dossier e ricatti denominata P4. Papa chiede di mettere a verbale l’istanza che sarà  poi trasmessa al gip. Fa presente di non avere più il cellulare e di non poter ricevere gli sms con le convocazioni. Pertanto chiede all’amministrazione penitenziaria di informarsi presso «la Camera e il gruppo parlamentare del Pdl per conoscere il calendario dei lavori e delle votazioni». Stessa richiesta, aggiunge, per le commissioni di cui fa parte: Giustizia, Antimafia e semplificazione legislativa, «almeno ove previste votazioni».
Una volta a Poggioreale, il deputato viene fotografato, gli rilevano le impronte digitali. Quindi viene condotto nel padiglione Firenze, quello riservato ai detenuti alla prima esperienza carceraria. Piano terra, cella numero 4. Una stanza ampia con bagno, doccia e televisore dove Papa resterà  da solo, come previsto dalla legge, fino all’interrogatorio di garanzia di domani. Non oltre, perché Poggioreale è il carcere più affollato d’Italia con oltre 2700 detenuti, 300 dei quali solo al “Firenze”. Alle cinque della sera, riceve la visita “ispettiva” di Amedeo Laboccetta, deputato del Pdl, che racconta: «Appena mi ha visto si è commosso. Forse non pensava di incontrarmi poche ore dopo esserci lasciati in Parlamento. L’ho trovato sollevato, quando era uscito dalla Camera sembrava un cadavere». Papa indossa una tuta e scarpette da ginnastica. Sul tavolino, la Bibbia, “Le affinità  elettive” di Goethe e l’ordinanza firmata dal giudice Luigi Giordano su richiesta dei pm Henry John Woodcock e Francesco Curcio.
Dice di aver trascorso la notte «con gli occhi sbarrati, pensando ai figli». In mattinata fa visita allo «spaccio» per comprare acqua e caffè. Poi l’ora d’aria, il pranzo assieme agli altri detenuti. Il colloquio con la psicologa e l’incontro con i suoi avvocati, Carlo Di Casola e Giuseppe D’Alise. «Ci difenderemo nel processo, sicuri di poter fornire ampia giustificazione sulle circostanze poste a fondamento dei capi d’imputazione che hanno determinato l’arresto», dicono i due penalisti. L’indagine non si ferma. Oggi appuntamento davanti al Tribunale del Riesame: la Procura chiede il riconoscimento dell’accusa di associazione a delinquere, esclusa dal gip, e il carcere anche per Luigi Bisignani, il lobbista attualmente agli arresti domiciliari.
In queste ore i pm hanno sentito altri imprenditori che hanno fornito ulteriori accuse nei confronti di Papa, indagato di concussione e favoreggiamento. «Gli imprenditori? Glieli raccomando: ci assediavano, chiedevano favori, ci seguivano fino al supermercato. Noi, come si dice a Napoli, li “arronzavamo”», dice dalla sua abitazione napoletana la moglie di Papa, Tiziana Rodà , che ribadisce: «È una vera persecuzione quella contro mio marito».
Sull’istanza di partecipare ai lavori della Camera la Procura ha espresso parere negativo, il gip si è riservato. L’appuntamento cruciale resta l’interrogatorio di domani. Papa risponderà . «Sta imparando l’ordinanza a memoria», sottolineano gli avvocati. «Dal punto di vista umano l’arresto di una persona è sempre una cosa che addolora – ragiona il procuratore capo Giandomenico Lepore – ma con questa decisione la politica ha mostrato finalmente di aver compreso che la magistratura non perseguita nessuno, indaga solo sui reati. Ho ascoltato l’intervento di Papa alla Camera: non è vero che ha chiesto di essere interrogato. Ha solo presentato denunce nei nostri confronti». Il procuratore è amareggiato per le critiche rivolte al pm Woodcock durante il dibattito parlamentare: «La sua carriera è positiva, ci sono molti processi a testimoniarlo. È un collega serio, preparato. E comunque in questa indagine non è solo. Ci sono il pm Curcio e il procuratore aggiunto Greco ad affiancarlo. E io, come capo dell’ufficio, sono sempre informato su tutto».


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