Organizzazioni di volontariato in crescita, ma con un’identità  da chiarire

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ROMA – Oltre mille odv in più in un solo anno in Italia: è un mondo vivo e in crescita quello del volontariato italiano, secondo il “Compendio statistico sui Centri di servizio del volontariato e sui Comitati di gestione”, realizzato dalla Consulta nazionale dei Co.ge. In base alla rilevazione, dalle 42.056 odv del 2008 si è arrivati nel 2009 a quota 43.323 (+3%). L’aumento è particolarmente significativo in Calabria (+19,3%), Umbria (+16,2%), Lazio (+14,1%), Veneto (+13,9%) e Marche (+13,1%). Il 63% delle organizzazioni, cioè 27.309 unità , è iscritto ai registri pubblici (+4,5% rispetto al 2008 e +11,4% rispetto al 2007).

Questi i dati che però, secondo l’esperto di statistiche del volontariato Renato Frisanco, richiedono una lettura approfondita: “I numeri riferiscono di un fenomeno importante, ma devono essere letti con cautela – spiega –. Il problema è che manca una banca dati unitaria, omogenea a livello nazionale, che rifletta esattamente le caratteristiche del volontariato e in cui ci sia una fase di revisione e analisi dei dati. Finché questa lacuna non sarà  colmata il dato sarà  necessariamente approssimativo per eccesso”. Il nodo sta tutto qui, nei confini labili tra organizzazioni di promozione sociale che utilizzano volontari e odv vere e proprie: “Le regioni – spiega Frisanco – tendono a valorizzare le organizzazioni che sono d’aiuto nelle politiche sociali, valutando più l’utilità  sociale che la gratuità . Questo fa sì che vengano calcolate anche realtà  che soddisfano solo alcuni requisiti”. Caso emblematico è quello del Trentino, dove si stimano 18 odv ogni diecimila abitanti: è un dato molto alto rispetto alla media nazionale, perché al suo interno sono calcolate anche scuole private, ong, vigili del fuoco volontari e così via. Lo stesso vale per Bolzano, dove sono compresi anche cori e bande. “È arrivato il momento di affrontare questo problema – conclude Frisanco –. Credo che Csvnet debba predisporre una banca dati in grado di collegare tutti i Csv in modo omogeneo”.

Il Compendio statistico raccoglie anche altri dati significativi: complessivamente i Csv hanno potuto disporre nel 2009 di 133.290.565 euro (-4,5% rispetto al 2008), di cui oltre 93 milioni erogati dalle Fondazioni di origine bancaria (-9%). Ai Csv le associazioni chiedono in particolare consulenze amministrative, aspetti legali e, sempre di più, supporto alla partecipazione ai bandi e alla progettazione sociale. Un’altra parte importante delle richieste verte sulla promozione del volontariato e delle singole odv, oltre che sulla formazione. Nel 2009 i 78 Centri hanno potuto contare sull’equivalente di 833,4 addetti a tempo pieno: circa 1,4 addetto per 100 mila abitanti. I Comitati di gestione, invece, sono composti ognuno da 15 membri impegnati a titolo gratuito e si avvalgono di 61 operatori dedicati. Nel 2009 i costi di funzionamento dei Co.ge hanno inciso per il 3,9% sul totale delle somme assegnate ai Centri di servizio. (gig)

 

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