Onu: «In Somalia è carestia» Senza cibo milioni di persone

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Nel Corno d’Africa siamo di fronte alla «più grave catastrofe umanitaria del mondo». A lanciare l’allarme è Antonio Guterres, l’Alto commissario Onu per i rifugiati (Unhcr). Dopo diciannove anni torna la carestia in Somalia. La dichiarazione ufficiale arriva dalle Nazioni Unite che parlano di 3,7 milioni di persone metà  della popolazione somalain crisi, 2,8 milioni delle quali si trovano nelle due regioni del Bakool meridionale e della bassa Shabelle. Secondo l’ufficio Onu per il Coordinamento degli aiuti umanitari per la Somalia i tassi di malnutrizione sono tra i più alti al mondo con picchi del 50 per cento in alcune zone del Paese. A Bakool e Shabelle la malnutrizione acuta colpisce oltre il 30% della popolazione e più di 6 bambini ogni 10mila muoiono ogni giorno.
OLTRE L’EMERGENZA
Valori che eccedono addirittura la soglia che definisce una carestia: tassi di malnutrizione infantile superiori al 30%, due adulti o quattro bambini ogni 10mila morti di fame al giorno e un accesso giornaliero al cibo inferiore alle 2100 chilocalorie. «Se non interveniamo ora la carestia rischia di diffondersi nelle otto regioni della Somalia meridionale nel giro di due mesi a causa degli scarsi raccolti e dello scoppio di epidemie», avverte il coordinatore umanitario dell’Onu Mark Bowden. La situazione somala è peggiorata anche dalla circostanza che le regioni colpite attualmente dalla carestia sono controllate da gruppi armati di islamici, gli affiliati di Al Shabab e Al Qaeda, che hanno bandito nel 2009 ogni aiuto proveniente da Paesi stranieri. Solo recentemente il veto è stato rivisto, ed il territorio è stato reso accessibile, sia pur con delle limitazioni: «A causa di un conflitto in corso è estremamente difficile per le agenzia umanitarie lavorare e accedere alle comunità  del sud del Paese», hanno spiegato nella sede locale dell’Onu. In questo scenario drammatico, migliaia di somali fuggono oltre il confine: 166 mila, secondo l’emittente britannica Bbc, sono già  scappati verso Kenya ed Etiopia. Un fiume umano, con oltre 1.000 arrivi al giorno, viene segnalato nel complesso di campi profughi più grande del mondo, a Daab. Chi arriva qui, trascinandosi a piedi in cerca di acqua e cibo, spesso non riesca a salvare i propri figli: troppo denutriti e deboli, secondo quanto riferisce Medici senza frontiere, per essere salvati. Il segretario generale Ban Ki-Moon ha lanciato un appello ai Paesi donatori, servono 1,6 miliardi di dollari, dice, per salvare la Somalia. «Adulti e bambini rimarca Ban muoiono ogni giorno ad un ritmo impressionante, e i ritardi (negli aiuti) possono causare ulteriori morti». Anche la Fao si è unita all’appello internazionale a sostegno dei 12 milioni di persone colpite dalla siccità  nel Corno d’Africa e, in attesa del vertice 25 luglio, che si svolgerà  a Roma, ha chiesto 120 milioni di dollari per fornire un’assistenza agricola d’emergenza. In Somalia la situazione è particolarmente complessa anche per i conflitti permanenti che attraversano il territorio: le regioni colpite attualmente dalla carestia sono controllate da gruppi armati di integralisti islamici, gli affiliati di Al Shebaab e Al Qaeda, che hanno messo al bando nel 2009 ogni aiuto proveniente da Paesi stranieri. Solo recentemente il veto è stato rivisto, sia pure con delle limitazioni. Ieri, uno dei responsabili degli Shebaab ha espresso soddisfazione per l’intervento dell’Onu («il riconoscimento dello stato di carestia è benvenuto») aggiungendo: «Vorremmo vedere gli aiuti».
LA CARESTIA DEI BAMBINI
«La metà  dei 3,7 milioni di persone colpite è costituita da bambini sotto i 18 anni e uno su cinque ha meno di 5 anni puntualizza l’Unicef circa 554.000 bambini sono malnutriti. In Somalia, dall`inizio del 2011 sono già  morti più di 400 bambini, una media di 90 bambini morti ogni mese, con un tasso di mortalità  dell`86% nelle regioni centro-meridionali, nonostante l’Unicef e i partner abbiano già  curato nello stesso periodo oltre 100.000 bambini affetti da malnutrizione acuta». Nelle aree maggiormente colpite, appena il 20% della popolazione ha accesso all`acqua potabile, mentre i dati a disposizione indicano che un bambino su nove muore prima di compiere un anno, uno su sei prima del quinto compleanno.
Nei prossimi sei mesi, l’Unicef conta di fornire aiuti e assistenza per la cura di 70.000 bambini affetti da malnutrizione grave, attraverso l`apertura di nuovi centri di alimentazione terapeutica e il sostegno a team mobili, e di raggiungere altri 75.000 bambini con malnutrizione moderata.


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