O l’Europa politica o via l’euro che toglie la sovranità
Noi del manifesto, che da tempo insistiamo sul fatto che siamo in una crisi storica, nella quale la finanza fa da moltiplicatore della crisi economica, e fa sì che le agenzie di rating abbiano acquisito un potere straordinario, potremmo consolarci con un «l’avevamo detto», ma sarebbe una assai magra soddisfazione e tuttavia, pur essendo oggi «quotidiano comunista», vorremmo aggiungere qualche altra considerazione sull’euro e sull’Europa, con il conforto di un grande Nobel dell’economia, cioè Amartya Sen, che nei giorni scorsi ha pubblicato su le Monde un articolo dal titolo «L’euro fa crollare Europa» e con sommario «Il potere non democratico dei finanzieri e delle agenzie di rating impone a Grecia e Portogallo politiche di rigore di incerta efficacia e anche pericolose».
Amartya Sen, inizia, significativamente, il suo scritto ricordando «Il manifesto di Ventotene», firmato nel 1941 da Altiero Spinelli, Eugenio Colorni ed Ernesto Rossi. Quella era un’idea d’Europa seria e consistente, viene da dire il contrario dell’Europa dell’euro. «La decisione erronea – scrive Amartya Sen – di adottare una moneta unica, l’euro, senza un’integrazione politica ed economica ha certamente avuto il suo ruolo nell’attuale crisi, anche a prescindere dalle irregolarità finanziarie commesse da Grecia e Portogallo.»
Insomma c’è una crisi forte e internazionale, che in Europa ha un aggravante nell’euro, e in mancanza di una unione europea, siamo al punto che la moneta sovrana e le sue logiche sono evidentemente contrarie alla sovranità dei singoli paesi. Conclusione: o si lavora, con urgenza, all’unità europea o è meglio liberarsi dell’euro. Al punto in cui siamo quello che sembrava un passo avanti è diventato un ostacolo, che aggrava la crisi generale che investe oggi l’Europa.
Ps. Consiglio la lettura di «Il fallimento dell’euro» di Antonio Maria Rinaldi.
Related Articles
G20 di guerra, l’economia dopo il «bazooka» Fed
SAN PIETROBURGO
Con i venti di guerra in Siria i capi di stato e di governo del G20 si incontreranno giovedì prossimo a San Pietroburgo per il loro vertice annuale. Quest’anno la presidenza spetta alla Russia di Vladimir Putin, come mai negli ultimi anni ai ferri corti con gli Usa e gran parte dei paesi occidentali.
Il capitalismo o è finanziario o non è
Nel conflitto tra finanza e politica, cruciale è demolire l’apparato cultural-mediatico che mette sul trono la prima e toglie alla seconda il ruolo di ordinatrice dei rapporti sociali Per comprendere le ragioni che permettono alla finanza – nonostante la crisi attuale – di condizionare sviluppo economico e progresso sociale occorre prestare attenzione a due questioni: il ruolo della finanza nello sviluppo industriale e il rapporto tra Stato e capitalismo.
Prezzi e consumi fermi Dieci città in deflazione Fiducia a picco in Germania
L’indice del carovita scende in luglio allo 0,1% Il Tesoro fa il pieno all’asta Bot, tassi ai minimi