Nel Lazio presenti oltre 86 mila minori stranieri. Quasi 7 mila quelli nati nel 2009

by Sergio Segio | 19 Luglio 2011 10:22

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ROMA – Altro aspetto toccato dalla ricerca “Il Lazio nel mondo. Emigrazione ed immigrazione” commissionata dalla Regione Lazio al Centro studi Idos-Dossier statistico immigrazione di Caritas Migrantes è quello riguardante i minori stranieri presenti nella regione: sono 86.457, e nel corso del 2009 sono nati in territorio laziale 6.747 bambini figli di stranieri (l’8,7% del totale nazionale), portando la quota delle “seconde generazioni” a 55.452, per cui più di uno straniero su dieci è nato sul posto. A scuola, gli iscritti di cittadinanza straniera nell’anno 2009-2010 sono stati 64.780 (7,9% del totale degli iscritti, un dato leggermente superiore alla media nazionale del 7,5%). Tra gli iscritti con cittadinanza straniera 23.148 sono nati in Italia, all’incirca 1 ogni 3 (35,7%), mentre nella scuola primaria è nato in Italia circa un bimbo straniero su due (44,1%): “Ciò – è il commento dei curatori del rapporto – lascia presagire quanto, nel futuro, sarà  rilevante a scuola l’impatto delle nuove generazioni di stranieri italiani”.

Di 10 anni più giovani. A livello regionale, gli immigrati hanno un’età  media di 33,1 anni, più bassa rispetto alla popolazione residente (età  media di 43,1 anni). Altro aspetto è che il numero medio di figli è più alto per le donne straniere rispetto alle italiane, anche se non nella misura rilevata in altre regioni italiane.

Integrazione e sicurezza. “L’aumento degli immigrati non equivale a un aumento dell’illegalità ”, sottolinea il rapporto. E viene riportato a questo proposito il caso emblematico dei romeni che, al pari di altre collettività , a fronte di un fortissimo aumento delle presenze (nell’ultimo triennio +142,0%, tanto che attualmente nel Lazio è di cittadinanza romena oltre un terzo della popolazione straniera) hanno registrato un calo delle denunce a loro carico (-13,7%). Simile andamento anche per la collettività  moldava, anch’essa in forte crescita (+52,1%), e per la quale il numero delle denunce è diminuito del 24,8%. Mette ancora in evidenza la ricerca che tra le altre comunità  più numerose l’incremento delle denunce è stato inferiore a quello dei residenti per gli albanesi (1,2% contro  23,3%) e i cinesi (32,0% contro 68,7%), mentre la tendenza è stata di segno contrario per gli egiziani (aumento delle denunce del 108,1% rispetto all’aumento dei residenti del 40,9%), i marocchini (62,4% contro 32,0%) e i tunisini (41,9% contro 31,8%). (ep)

 

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