Nasce la nuova squadra Fiat-Chrysler

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TORINO – «Un buon trimestre e niente di negativo da segnalare». Commento secco di Sergio Marchionne ai risultati di una Fiat Industrial che va vicina al raddoppio degli utili netti nel secondo trimestre dell’anno e rivede al rialzo le stime per il 2011. Con questo prologo, che la Borsa ha intercettato spingendo il titolo della neonata società  di camion e trattori del Lingotto con un balzo del 5,40 per cento ben oltre quota 9 euro, il ceo di Fiat e Chrysler si presenta oggi al board di Betim (Brasile) con i conti di Fiat Spa che consolidano un mese di risultati Chrysler. Il passo successivo, ma che verrà  annunciato questa mattina, è la rivoluzione organizzativa della nuova società  nata dalla conquista della più piccola delle big three americane dell’auto da parte del Lingotto. Poi Fiat punterà  sulla fusione che avverrà  dopo che avrà  definito la sua quota in Chrysler.
Sette mesi dopo lo spin off dello spacchettamento di Fiat la novità  del primo cda in terra brasiliana di FI seguito oggi da quello di Fiat Spa è il primo vero segnale del cambiamento di strategia di Marchionne, una svolta che potrebbe far sentire i suoi effetti in Italia dove l’estate del 2011 vede ancora la Fiat e i sindacati impegnati in una contesa che la sentenza di Torino non sembra sia stata in grado di dirimere. La Fiat con quattro ponti di comando, tante quante sono le sue aree di maggiore interesse, ovvero Europa, Usa, Sud America, Asia, affidata a 25 manager e quattro responsabili aree, è quella che il ceo del gruppo italo-americano ha studiato per fronteggiare un mercato che sarà  sempre meno eurocentrico.
La fusione Torino-Auburn Hills, che ieri il Financial Times dava sempre più vicina, ci sarà  ma non è questione di settimane. La Fiat che oggi ha in pancia il 53% di Chrysler entro la fine dell’anno potrebbe conquistare un altro 5% con il previsto step rappresentato dalla produzione e utilizzo di un motore da almeno quaranta miglia con un gallone di benzina. Si tratta in ogni caso di un passaggio ormai scontato e che Marchionne tenderà  ad accelerare per poter governare un solo grande gruppo nel quale già  oggi la componente americana mostra una vitalità  inimmaginabile quando due anni fa è cominciata l’operazione salvataggio. Il consesus degli analisti sui conti all’esame oggi dice che in un solo mese Chrysler ha contribuito con 155 milioni di risultato netto contro una Fiat che ne ha fatti 175 ma in tre mesi. Uno scarto che potrebbe salire nei conti del 2012 e del 2013.
«Di tutti i dati forniti ai mercati questi erano i più facili da ottenere» ha detto Marchionne parlando dei risultati di Fiat Industrial. E spiegando che ciò è stato possibile «grazie a un miglioramento del mercato che è ora in buona salute». Insomma un andamento che è alla base del ritocco delle stime e assicura, lo ha detto Marchionne, che FI «è in grado di pagare dividendi regolari». Nei primi sei mesi del 2011 FI ha riportato utili netti per 353 milioni pari a un 25% in più rispetto al 2010 a perimetro costante. I suoi ricavi sono passati da 10,152 a 11,618 miliardi. Nel solo secondo trimestre gli utili sono cresciuti del 109 per cento e i ricavi del 10,6. Di qui la previsione di un anno con ricavi per circa 24 miliardi e un utile di gestione ordinaria oltre l’1,5 miliardi. Oggi di scena a Betim Fiat Spa che la Borsa ha sottolineato con un aumento dell’1,35%.


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