Napoli, indagato capo della mobile “Favorì i clan, lasci subito la città ”

Loading

NAPOLI – La movida napoletana, quella che tiene in piedi un giro milionario intorno alla pizza del sabato sera è finita in ginocchio per la prima vera inchiesta sui soldi della camorra in città . Diciassette tra ristoranti, pub e bar sempre affollati che sorgono sul lungomare e alla Riviera di Chiaia, ma con succursali in città  del nord come Genova, Torino e Varese erano retti dalla rete del riciclaggio e dell’usura gestita da personaggi legati alla camorra e amministrata da colletti bianchi.
Ma l’inchiesta condotta dalla Dia di Maurizio Vallone e dal pm Sergio Amato che ha portato al sequestro dei locali e di beni per 100 milioni di euro, con 15 arrestati, ha scatenato anche un terremoto nella questura di Napoli. Il gip ha firmato un provvedimento di divieto di dimora in città  con l’accusa di favoreggiamento e rivelazione di segreto d’ufficio per Vittorio Pisani, capo della squadra mobile e superpoliziotto che ha ammanettato pericolosi latitanti e boss. Amico di uno dei maggiori indagati, Marco Iorio, imprenditore legato al clan Lo Russo di Miano (quartiere a nord di Napoli), e frequentatore della sua pizzeria “Regina Margherita”, Pisani gli avrebbe dato “dritte” per scampare all’indagine della procura sul riciclaggio. Una fuga di notizie che avrebbe consentito a Iorio e a Bruno Potenza (in un muro di casa del padre di quest’ultimo gli investigatori trovarono 8 milioni di euro in contanti) di trasferire in Svizzera una parte dei beni e di progettare la vendita a prestanomi. Tra gli acquirenti delle quote c’è il calciatore Fabio Cannavaro (che non è indagato) e che per la procura sarebbe stato un intestatario inconsapevole dei beni della mala. Al momento in vacanza negli Stati Uniti, proprio con quel Marco Iorio, unico sfuggito all’arresto.
Per i magistrati, il capo della mobile Pisani sarebbe stato al corrente che i ristoranti facevano riciclaggio e tuttavia non avrebbe indagato. Sullo sfondo il rapporto tra il poliziotto e il boss Salvatore Lo Russo, suo confidente. «Uno scivolone grave – ha detto il procuratore capo Giandomenico Lepore – una vicenda dolorosa. Vittorio Pisani era anche un amico e ha arrestato latitanti del calibro di Iovine. La misura cautelare comunque non gli impedirà  di svolgere il suo lavoro in un’altra città ».
Stima e fiducia in Pisani sono state espresse dal ministro dell’Interno Maroni nel corso di una telefonata con il capo della polizia, Antonio Manganelli, che ha detto dagli Stati Uniti: «L’ho destinato ad un altro incarico per corrispondere alle determinazioni dell’autorità  giudiziaria, nella quale ripongo altrettanta fiducia ed i cui provvedimenti rispettiamo incondizionatamente». Pisani è già  stato trasferito alla polizia amministrativa a Roma. Il numero uno della polizia ha mandato poi «un abbraccio affettuoso alle donne e agli uomini della squadra mobile che, a prezzo di enormi sacrifici personali e pur in presenza di risorse non sempre adeguate alle necessità , hanno ottenuto proprio sotto la guida del dottor Pisani, risultati straordinari». Il questore di Napoli Luigi Merolla ha già  designato il successore alla mobile: Andrea Curtale, dirigente del commissariato di Castellammare di Stabia. «Siamo addolorati e amareggiati – ha detto il questore – ma nutriamo la massima fiducia in Pisani».


Related Articles

Il governo toglie il patrocinio del congresso mondiale delle famiglie

Loading

Verona. La decisione del governo dopo l’appello di oltre 200 giuristi europei

«Manovra suicida contro la famiglia»

Loading

LA SOCIOLOGA SARACENO
«Una manovra suicida che ci porta più vicini alla Grecia». Chiara Saraceno, sociologa della famiglia, non mette in discussione il fatto che «tutti siamo chiamati a contribuire». «Ma si fa un gran parlare, fin troppo, della famiglia come la risorsa più grande che c’è, e poi le si asciuga il terreno di coltura».  «Si doveva razionalizzare – prosegue la sociologa -, e invece si è scelta la strada del taglio lineare senza criterio che lascia inalterata ogni iniquità  e che penalizza fortemente soprattutto le famiglie con figli del ceto medio-basso».

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment