Muore un parà  in Afghanistan è il quarantesimo caduto italiano

by Sergio Segio | 13 Luglio 2011 7:38

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Sono passati appena dieci giorni dalla morte di Gaetano Tuccillo, ucciso da una bomba a 29 anni il 2 luglio, e un altro militare italiano perde la vita in Afghanistan. Ieri è toccato a Roberto Marchini, 28 anni ancora da compiere, di Caprarola in provincia di Viterbo, primo caporalmaggiore in forza all’ottavo reggimento del genio guastatori paracadutisti della Folgore di Legnano, saltato in aria su una di quelle mine che aveva imparato nel tempo a conoscere e a disinnescare. Stessa zona, il distretto di Bakwa nella provincia sud occidentale di Farah sotto il comando italiano, stessa dinamica, entrambi vittime dei micidiali ‘ied’ (abbreviazione di improvised explosive device), ordigni artigianali ma non per questo meno letali, anzi, spesso più pericolosi proprio perché difficili da individuare.
Il geniere Roberto Marchini aveva tra i suoi compiti quello di bonificare le strade, renderle sicure per i soldati ma anche per i civili, troppe volte vittime di mine. Ieri mattina era fuori in pattuglia insieme a colleghi afghani, in ricognizione lungo una strada a tre chilometri di distanza dalla base italiana Lavaredo, nel distretto di Bakwa. Secondo le prime ricostruzioni, l’esplosione lo ha investito mentre era a piedi, appena sceso dal mezzo militare su cui viaggiava per disinnescare alcuni ordigni prima del passaggio di un convoglio. È la vittima italiana numero quaranta da quando è cominciata la missione Isaf, nel 2004, la quinta dall’inizio di quest’anno.
Doveva essere l’ultima missione prima della licenza. Sarebbe tornato a casa domani per festeggiare il ventottesimo compleanno, il 21 luglio, insieme alla famiglia e agli amici. Invece, ad atterrare domani all’aeroporto di Ciampino sarà  la salma, in attesa dei funerali solenni previsti venerdì a Roma. Caprarola, in lutto, si è stretta intorno ai genitori di Roberto, Francesco e Pina, e alla sorella Elisa. Gli amici hanno aperto un gruppo su Facebook per ricordarlo. Dalle istituzioni sono arrivati messaggi di cordoglio, primo fra tutti il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
In Afghanistan ci sono 4.200 soldati italiani, è la missione estera di gran di gran lunga più consistente e impegnativa. La morte di Marchini riaccende le polemiche politiche sul ritiro e torna a spaccare la maggioranza. Per la Lega questa volta parla il presidente del Veneto Luca Zaia per chiedere che «si ponga fine il più presto possibile a questa che, ancora volta, definisco una inutile strage». Ribatte il ministro degli esteri Franco Frattini: «La nuova tragedia ovviamente non diminuisce l’impegno dell’Italia». Del resto, la missione in Afghanistan è l’unica passata indenne ai tagli di uomini e soldi decisi in consiglio dei ministri martedì scorso. Un graduale ritiro è invece previsto dall’anno prossimo.
Intanto, la Francia si prepara a portare a casa un quarto del suo contingente entro la fine del 2012, mille soldati sui quattromila schierati nel paese, per completare il ritiro nel 2014. Lo ha annunciato il presidente francese Nicolas Sarkozy, ieri in visita a sorpresa a Kabul. «Bisogna saper chiudere una guerra», ha detto Sarkozy. La Francia, in Afghanistan dal 2001, ha perso 64 militari. L’ultimo, lunedì, aveva ventidue anni.

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