Mercati nervosi, salgono i tassi dei Bot

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MILANO – Deficit Usa e timori per la crisi greca continuano a tener banco e il nervosismo della vigilia ieri si è puntualmente ripresentato in fase di aste dei titoli di Stato italiani e, di conseguenza, del differenziale dei tassi tra Btp e Bund tedeschi, implacabile e sensibilissimo termometro della fiducia dei mercati. Partiamo dalle aste: ieri via XX settembre ha offerto Bot semestrali e Ctz con scadenza nel 2013; in entrambi i casi i rendimenti sono schizzati ai massimi dal 2008, per i Bot ai livelli del novembre di tre anni fa, per il Ctz al top da settembre dello stesso anno. In particolare il rendimento lordo dei Bot è stato pari al 2,269%, in deciso rialzo rispetto all’1,988% dell’asta precedente; in compenso la domanda degli operatori è stata buona: le richieste sono state pari a 1,6 volte, un livello non eccezionale in tempi normali ma, dato il contesto di forte nervosismo, può essere considerato più che soddisfacente. Per i Ctz invece il rendimento è risultato pari al 4,038% con un rialzo di 0,818 punti rispetto all’asta precedente.
I riflessi sui Btp già  emessi sono stati immediati: lo spread con i Bund decennali ha toccato il massimo intorno alle 11,30 della mattina, quando il differenziale di rendimento ha sfiorato i 300 punti base (297 per l’esattezza) e i Buoni poliennali a dieci anni sono arrivati ad offrire un rendimento pari al 5,706% contro il 5,52% dell’apertura. Poi, con il passare delle ore, il quadro è leggermente migliorato e lo spread si è riportato intorno ai 286 punti. Intanto Deutsche Bank, la prima banca di Eurolandia per attività , ha tagliato drasticamente (-88%) la sua esposizione netta su titoli pubblici italiani. Il responsabile finanziario Stefan Krause ha collegato l’abbattimento dell’esposizione sul debito al consolidamento, avvenuto per la prima volta, dei conti della controllata Postbank, che deteneva grossi quantitativi di titoli italiani.
Bonaccia relativa invece a Piazza Affari, dove l’indice dei titoli a maggior capitalizzazione ha chiuso in rialzo dello 0,27%: poca cosa ma abbastanza per fare di Milano la Borsa migliore in Europa, dove gli altri mercati hanno chiuso in sostanziale parità , ad eccezione di Parigi (-0,66%) e di Atene, che ha perso il 2,82%. E proprio la Grecia continua a destare preoccupazione, tanto che il direttore generale del Fmi, Christine Lagarde, ha fatto pressioni sulle autorità  dell’Eurozona perché venga attivato subito il nuovo piano salva-euro, in modo da neutralizzare il rischio di ulteriori «turbolenze». Lagarde ha spiegato al Council on Foreign Relations di New York che «le turbolenze potrebbero riaffacciarsi», anche se l’accordo raggiunto la scorsa settimana dai leader europei «è stato accolto bene dai mercati»; per questo motivo è essenziale che gli impegni presi al vertice di Bruxelles «siano implementati presto». Anche perché, ha ricordato Lagarde, continua ad esserci la minaccia del debito Usa. Non a caso ieri nonostante il dato positivo e superiore alle stime dell’indice sulla fiducia dei consumatori Usa in luglio, il franco svizzero ha segnato il suo record storico contro il dollaro e l’oro ha segnato nuovi massimi, a 1.614 dollari per oncia.


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