Mediobanca, Groupama si rafforza nel patto

by Sergio Segio | 23 Luglio 2011 6:49

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MILANO – Mediobanca più indipendente. E più giovane, con un limite d’eta per manager e amministratori. Per allinearsi agli standard delle grandi banche d’affari internazionali. La maratona di Piazzetta Cuccia è iniziata ieri mattina presto con la riunione del patto di sindacato, seguita dall’assemblea e nel primo pomeriggio dal consiglio d’amministrazione.
Diversi i nodi all’ordine del giorno, dalla riforma della governance all’uscita del Banco di Santander dal patto di sindacato con il conseguente rafforzamento dei francesi Groupama pronti a vincolare l’1,8% oggi libero. Insomma, sul piatto c’erano diversi temi caldi, eppure è stata una «giornata tranquilla», a detta dei partecipanti alle riunioni, con tutti i provvedimenti votati all’unanimità .
Il primo punto affrontato durante la riunione del board è stato il nuovo assetto del comitato per le nomine delle società  partecipate. Oggi è composto da presidente, ad e dg cui si aggiungono un consigliere per ognuno dei tre gruppi di azionisti rappresentati nel patto. I membri del comitato scenderanno adesso a 5: ai 3 top manager di Mediobanca si aggiungeranno 2 amministratori indipendenti. Con l’obiettivo – difficile – di ridurre i potenziali conflitti d’interesse tra nominati e nominanti. E per ridurre la possibilità  degli azionisti di influenzare la scelta delle poltrone. Dal comitato nomine escono quindi il numero uno di Unicredit e vice presidente di Mediobanca, Dieter Rampl che per primo aveva lanciato la proposta, Marco Tronchetti Provera e Vincent Bollorè. Al loro posto entreranno due scelti tra Tarak Ben Ammar, Roberto Bertazzoni, Angelo Casò, Fabrizio Palenzona e Marco Parlangeli che – secondo il codice di autodisciplina – mantengono i requisiti di indipendenza.
Quello raggiunto ieri è stato quindi «un buon accordo» secondo Rampl che ha aggiunto: «Sono soddisfatto, non ci sono tensioni». Le modifiche sono state quindi votate all’unanimità , compresa l’abolizione della deroga “francese”, la clausola che permette gli ingressi nel gruppo C dei soci esteri sulla base della sola presentazione da parte di Vincent Bollorè, senza il previo gradimento degli altri componenti del sindacato. Gradimento invece necessario per l’ingresso di nuovi azionisti nei gruppi A, dei soci bancari, e B, degli industriali. Ma proprio Bollorè, che in questo modo rinuncia a un privilegio decennale, uscendo da Mediobanca ha spiegato che «non c’è stata nessuna opposizione in assemblea. Tutto è stato approvato all’unanimità ». E sul fronte dei soci esteri si rafforza all’interno del patto Groupama che salirà  dal 3,1 al 4,9% se Santander darà  – come già  annunciato – la disdetta entro il prossimo 30 settembre e il mandato a vendere il suo 1,8%. I francesi quindi vincoleranno quell’1,8% che oggi è fuori dal patto: la quota del gruppo C rimarrà  quindi inalterata all’11%.
Sempre ieri, il cda di Piazzetta Cuccia ha introdotto nel proprio statuto nuovi limiti d’eta per i manager e per i membri del board. Un provvedimento che nessuna banca in Italia ha ancora adottato. Amministratore delegato e direttore generale non potranno avere più di 65 anni, il presidente andrà  in pensione a 70 anni, mentre i consiglieri potranno restare in carica fino a 75 anni.

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