Manovra, sfida sulle bollette Pensioni, si pensa al riequilibrio

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ROMA— Pensioni, enti locali, energia. Il testo della manovra deve ancora essere pubblicato in Gazzetta ufficiale, ma la maggioranza prepara già  i suoi emendamenti. Sulle pensioni si è già  creato un fronte abbastanza compatto per alleggerire la stretta almeno sugli assegni più bassi, come chiedono anche i sindacati. Anche sui tagli a carico delle Regioni e degli enti locali, sia nel Pdl che nella Lega c’è preoccupazione e la volontà  di rendere meno dura la pillola. Ma sugli interventi per ridurre il costo della bolletta elettrica, tagliando gli incentivi, Lega e Pdl vanno in direzioni opposte.
La norma «taglia bollette» , voluta fortissimamente dalla Lega, tanto da figurare nella lista delle richieste ufficiali presentata al governo da Umberto Bossi a Pontida, era stata inserita nel testo del decreto legge, ma in Consiglio dei ministri era saltata, per la durissima opposizione di Paolo Romani, ministro dello Sviluppo economico, e di Stefania Prestigiacomo, titolare dell’Ambiente. Nel testo definitivo del decreto, dunque, la sforbiciata agli incentivi che pesano sulla bolletta non c’è, ma il ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli, ha intenzione di riproporla in Parlamento con un emendamento.
 La norma, attraverso un taglio del 30%di tutti gli incentivi che vengono finanziati dalla bolletta elettrica e del gas, compresi quelli per le energie rinnovabili, avrebbe comportato, secondo le stime dei tecnici, un risparmio per gli utenti di circa il 3%, con un beneficio complessivo per le famiglie italiane di circa un miliardo di euro. Il problema è che il nuovo quadro degli incentivi, un parametro fondamentale per le imprese che operano nel settore delle rinnovabili, è stato definito dopo una lunghissima gestazione solo due mesi fa. E rimettere tutto in discussione rischia di scombussolare gli investimenti delle imprese.
Esattamente il motivo per cui il ministro Romani si era opposto e, prevedibilmente, si opporrà  ancora, nel caso la misura dovesse essere riproposta alla Camera o in Senato. Potendo contare anche sull’appoggio della Prestigiacomo, che ieri sottolineava come quell’articolo del decreto sia stato cassato dal Consiglio dei ministri «dopo un ampio e approfondito dibattito» .
La correzione degli interventi sulle pensioni, sollecitata ieri nell’intervista al Corriere della Sera anche dal presidente del Senato, Renato Schifani, trova senz’altro minori ostacoli politici, anche se bisognerà  poi fare i conti con l’Economia. La mancata o parziale rivalutazione delle pensioni superiori a tre volte il minimo, infatti, genera un risparmio annuo di almeno 2,2 miliardi di euro. Quattro miliardi e mezzo per il 2012 e 2013 che non sarà  facile recuperare altrove, a meno che non si immagini di annullare i tagli sulle pensioni più basse e scaricarli su quelle di importo più elevato. Esattamente come propone Giuliano Cazzola, Pdl, vice presidente della Commissione lavoro della Camera ed esperto della materia previdenziale. «Sui tagli alla rivalutazione delle pensioni sarà  opportuno trovare soluzioni più equilibrate in sede di conversione del decreto. Basterebbe esonerare la fascia delle pensioni comprese tra tre e cinque volte il minimo mediante un intervento, a compensazione, sulle pensioni superiori» dice Cazzola. La norma prevede la rivalutazione al 100%dei primi 1.428 euro della pensione, al 45%della quota tra 1.428 e 2.380 euro (tra tre e cinque volte il minimo) e nessuna perequazione per la quota di pensione che oltrepassa quella soglia. L’impatto è minimo, si parla di 8 euro lordi annui su una pensione di 1.500 euro lordi e di 60 euro lordi annui su una pensione mensile di 2.000 euro, ma le proteste dei sindacati sono vibranti.
«Si parla di pensioni intorno ai mille euro netti, quelle di un operaio professionale dopo 40 anni di lavoro» dice Susanna Camusso, segretario della Cgil, chiedendo di spostare i tagli altrove. Tassando di più «le grandi ricchezze» e «facendo pagare chi ha determinato questa crisi, per esempio tutto il mondo della finanza» . Per il 15 la Cgil ha preannunciato una mobilitazione del sindacato pensionati.


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