Manovra più forte, 48 miliardi a regime con il maxi-taglio dei bonus familiari
ROMA – Il governo ieri, in tempo record, ha incassato il passaggio della manovra al Senato, oggi il provvedimento arriva alla Camera: l’entrata in vigore del testo è prevista già lunedì.
Ma rispetto alle prime ipotesi – per la necessità di salvarsi dalla tempesta finanziaria in corso – con il passaggio a Palazzo Madama le misure che dovranno garantire l’equilibrio dei conti pubblici entro il 2014 sono uscite decisamente rafforzate. Fra aggravi e anticipi ora la manovra, a regime, vale 48 miliardi: prima del maxi-emendamento introdotto dal governo si fermava a 25,3 cui andavano sommati i 14,7 miliardi che dovevano entrare nelle casse dello Stato grazie agli effetti prodotti dalla legge delega su fisco e assistenza.
Ora tali quote, con il maximendamento, sono state blindate grazie ad una sorta di “clausola di salvaguardia” che ha fatto scoppiare proteste e polemiche. Se entro il 2013 le deleghe su fisco e assistenza non produrranno gli effetti previsti il governo potrà comunque assicurarsi i risultati introducendo tagli lineari su tutte le 480 agevolazioni fiscali (deduzione e detrazioni) che i contribuenti applicano ora al momento della dichiarazione dei redditi.
Dalle detrazioni per figli a carico al bonus per le ristrutturazioni della casa, da quelli per gli asili-nido a quelle sull’ università : il taglio sarà del 5% nel 2013 e del 20 a partire dal 2014 (anche se ieri il relatore Pichetto Fratin ha precisato che «il governo con successivi decreti potrà escludere alcune categorie»). L’aggravio introdotto con il maxi-emendamento rafforza però anche il peso degli interventi previsti nei primi due anni: oltre 2 miliardi saranno garantiti già da quest’anno grazie all’intervento sulle accise dei carburanti e 2,4 miliardi, nel 2012, entreranno nelle casse dello Stato grazie all’asta sulle frequenze telefoniche (anche se Gentiloni, Pd, dubita che questo gettito per le frequenze possa arrivare, «neanche il governo ci crede davvero, dice»). Di peso anche l’introduzione immediata dei ticket sanitari e le misure previste per chi va in pensione con 40 di contributi (le date slitteranno prima di uno, poi fino a tre mesi). Poiché la manovra è articolata su più anni, Pichetto Fratin ha parlato di interventi complessivi per 70 miliardi, sommando ogni anno le vecchie misure oltre alle nuove, ma la correzione al deficit resta di 48 miliardi.
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