Manovra, la stangata nascosta sale il ticket e salasso sui trasporti

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ROMA – Neanche il “Generale Agosto” potrà  farla dimenticare. La stangata d’estate, imperniata sul combinato disposto della manovra da 47 miliardi varata giovedì scorso, gli effetti degli aumenti delle tasse locali ai quali ha aperto la strada il federalismo fiscale, e gli interventi spot come quelli sulle accise per la benzina per finanziare l’emergenza Libia e le spese per la cultura, rischia di essere dolorosa. Per la Cgia di Mestre la correzione per il solo anno in corso costerà  741 euro per ciascun italiano. la Federconsumatori, che valuta le misure in termini di perdita di potere d’acquisto, prevede un salasso di 927 euro a famiglia.
La via dolorosa è già  iniziata con l’aumento delle accise sulla benzina scattate nell’ultima settimana: in tutto 6 centesimi al litro, Iva compresa, che hanno già  fatto lievitare il costo del pieno. La data del 30 giugno ha anche consentito di fare il bilancio degli aumenti delle addizionali Irpef comunali, consentite dal decreto sul federalismo: 55 municipi, tra i quali Brescia e Venezia, hanno messo in campo aumenti fin da quest’anno dello 0,2 per cento. Anche le Province sono sul piede di guerra: 29, un terzo del totale, hanno approvato l’aumento dell’aliquota sulla Rc auto del 3,5 per cento, come stabilito dal federalismo, portandosi a quota 16 per cento. Si attende – a giorni – solo il decreto attuativo per far partire gli aumenti della base imponibile dell’Ipt, l’imposta sui passaggi di proprietà  che potrà  essere elevata del 30 per cento e sarà  legata alla potenza fiscale. Ed è solo l’inizio della danza, perché i rincari potranno essere reiterati dal 1° gennaio del 2012.
I tagli di 9,3 miliardi agli enti locali imposti dalla manovra saranno la miccia che renderà  inevitabili gli aumenti delle tasse locali, ad esempio nei 2.500 comuni che hanno ancora l’addizionale Irpef a quota zero. Senza contare che le Regioni, negli anni topici dell’impatto della manovra potranno aumentare le addizionali Irpef fino al 3 per cento.
E ancora: dal primo gennaio del prossimo anno tornerà  il ticket di 10 euro sulla diagnostica e sulla specialistica, mentre i «codici bianchi» al pronto soccorso pagheranno 25 euro. Nemmeno due anni e, nel 2014, come previsto dalla manovra di giovedì scorso, scatterà  la possibilità  di un aumento della quota nazionale dei ticket sulla farmaceutica. Secondo le stime dell’Università  di Tor Vergata, la manovra comporterà  un taglio di 10 miliardi in tre anni alla sanità  pubblica, innescando aumenti dei ticket e tasse regionali (500 euro all’anno a famiglia).
La tassa sulle auto più potenti è stata ridimensionata, ma aumenti pendono sugli automobilisti se passerà  la contrastata norma sul «pedaggiamento» dei tratti stradali Anas come il Gra e e la Salerno-Reggio. Brutte sorprese, inoltre, per i risparmiatori e coloro che hanno un dossier titoli: schivato all’ultimo momento il ritorno del fissato bollato su ogni transazione, arriva però l’aumento del bollo sui dossier titoli che viene più che triplicato e passa a 120 euro.
Senza considerare che il governo nei prossimi tre anni avrà  in mano una delega che gli consente di aumentare, seppure gradualmente, l’Iva: una misura che nessuno può escludere che arrivi prima dei tre anni previsti. Del resto i rincari camminano a passo veloce, da due giorni sono scattati aumenti di luce e gas: la norma che avrebbe potuto compensare i rincari e ammorbidire la bolletta energetica del 3-4 per cento con un taglio degli incentivi è scomparsa dalla manovra. Mentre si profila un nuovo rischio: le grandi aziende concessionarie di beni pubblici, come le autostrade, gli aeroporti e le ferrovie, subiranno una stretta nei bilanci sulle politiche di ammortamento e non è escluso che si vedano costrette a chiedere nuovi aumenti tariffari.


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