Malawi, la nave della speranza

by Sergio Segio | 6 Luglio 2011 22:00

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La speranza arriverà  del lago, il Malawi[1], quell’enorme specchio d’acqua (il terzo del continente) da cui prende nome un intero Paese, che è una gran risorsa, per le comunità  che vivono lungo le sue sponde ma anche ostacolo, quando bisogna attraversarlo, per esempio, per raggiungere il medico più vicino. La speranza avrà  il nome, Chauncy Maples, sacerdote anglicano morto nel 1895, subito dopo esser stato consacrato sesto vescovo del Nyasaland (Nyasa è il vecchio nome del lago, ndr), e le fattezze del più antico battello del Paese, costruito nei cantieri di Glascow nel 1898 su commissione delle università  britanniche. Il Chauncy Maples tornerà  a navigare e sarà  una clinica galleggiante, dotata di equipe mediche e moderne attrezzature per fornire assistenza sanitaria alla popolazione esclusa dai servizi, quella che vive nei villaggi più sperduti e che per raggiungere il medico più vicino deve affrontare viaggi che  possono durare un intero giorno o il Malawi, le sue correnti e i coccodrilli. Quello sanitario è un problema che nel Paese africano ha assunto dimensioni drammatiche: le cifre ufficiali dicono che c’è un medico ogni 52 mila abitanti, che 111 bambini su mille non vivono più di cinque anni (un tasso di mortalità  infantile 20 volte più alto di quello americano ed europeo), che più della metà  dei 13 milioni di abitanti vivono con un reddito giornaliero inferiore al dollaro in condizioni precarie. La clinica galleggiante riuscirà  ad arrivare dove non ci sono strade, in piccoli villaggi sperduti.

Il governo del Malawi lavora al progetto dal 2009, da quando un autore televisivo britannico, Janie Hampton, che sul lago aveva trascorso un periodo di vacanza, non registrò il Chauncy Maples Malawi Trust, per raccogliere fondi. In un anno è riuscito a mettere insieme oltre un milione di euro. Per completare il lavoro ne occorre un altro. C’è molto da fare, soprattutto per quanto il restauro dell’imbarcazione che ha una storia lunga alle spalle. In origine era stata pensata per assolvere a tre funzioni principali: una scuola gestita da missionari, un rifugio per le persone in fuga dai mercanti di schiavi e un ospedale. Requisito durante la Prima Guerra Mondiale, quando fu trasformato in nave da guerra e poi, nel 1953, quando il programma universitario britannico Mission to Central Africa lo mise in vendita, in un peschereccio. Il governo del Malawi lo comprò e lo trasformò in una sorta di traghetto abilitato anche al trasporto delle merci. Presto, quindi, il battello tornerà  alla sua antica funzione, di ospedale galleggiante ma anche di scuola itinerante. Perché, nel progetto è previsto che alle popolazioni dei villaggi visitati vengano insegnati anche rudimenti di ingegneria e di vita marittima. Un ritorno alle origini e alla funzione di portatore di vita e speranza che è testimoniata anche dalla scelta del nome. Il vescovo Maples, infatti, morì proprio mentre tornava dall’isola di Likoma, in mezzo al lago Malawi, dove aveva fondato la sua missione, per prendere servizio. La nave sulla quale viaggiava si rovesciò travolta da una tempesta. Il religioso risultò essere l’unica vittima. Che un battello porti il nome di una personalità  morta nel lago sul quale effettua servizio non è tanto una macabra ironia ma una sorta di rivincita sulla morte.

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Endnotes:
  1. Malawi: http://it.peacereporter.net/articolo/20381/Malawi%2C+l%92educazione+gratuita+come+priorit%E0

Source URL: https://www.dirittiglobali.it/2011/07/malawi-la-nave-della-speranza/