Lo strano caso all’«Independent»

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 LONDRA .Non solo i giornali di Rupert Murdoch, un altro attore importante in questa tempesta che sconvolge l’informazione britannica, è il quotidiano rivale del Guardian, l’autorevole The Independent, e la sua recente e inaspettata ristrutturazione. Due settimane fa, infatti, il direttore Simon Kelner, uno tra i principali sostenitori della campagna anti-Murdoch, è stato velocemente sostituito dall’ex direttore dell’Evening Standard Chris Blackhurst. Il preludio di questa decisione da parte di Alexander Lebedev – il magnate russo proprietario di entrambe le testate – è interessante, soprattutto se collegata, come lo è in termini di tempo, alla vicenda Murdoch-News of the World.

Due settimane fa (il 23 giugno) Lebedev ha rilasciato un’intervista al Guardian in cui ha detto che il Daily Mail – tabloid conservatore – è una lettura meno pesante e più piacevole dell’Independent. Strana dichiarazione da parte di un padrone rispetto al proprio giornale, soprattutto perché, a quanto pare, era stato proprio lui a volere solo foto in bianco e nero che sono state poi additate come motivo di pesantezza e difficile fruizione del giornale. Durante la stessa conferenza stampa, Lebedev ha inoltre dichiarato che Simon Kelner sarebbe piuttosto «un eccellente candidato» per il ruolo di dirigente di una fondazione investigativa sulla corruzione globale che il magnate russo ha in programma di istituire a breve. Detto fatto, passano pochi giorni e Simon Kelner non è più il direttore dell’Independent, viene sostituito da Blackhurst, fino a quel momento a capo del giornale per cui Lebedev dice di aver ricevuto «molti complimenti».
Una settimana dopo lo scandalo esplode a News of the World e nell’ambiente si parla di un ingresso furioso di James Murdoch – figlio del magnate australiano – e della fedelissima Rebekah Brooks nell’ufficio di Kelner, sembra lo abbiano minacciato per la sua campagna anti-intercettazioni. Fatto sta che Kelner ha dovuto lasciare la sua poltrona.
Quella che segue è poi la storia di un tentativo estremo di mettere le pezze a una situazione per salvarne un’altra più importante. Per quietare gli animi senza arretrare troppo, Rupert Murdoch ha preso l’unica decisione che sembrava poter mettere a riparo il suo obiettivo principale: l’acquisto della quota di maggioranza dell’emittente satellitare BSkyB (un affare da 14 miliardi di dollari) di cui controlla ora il 39%. Venerdì scorso Murdoch ha quindi sacrificato News of the World e i suoi 200 dipendenti (che finiranno probabilmente in parte riciclati nella nuova versione del giornale, The Sun On Sunday), non solo per salvare il proprio affare con il governo, ma anche la sua pupilla Rebekah Brooks, attuale top manager di News International e già  direttrice di News of the World (dal 2000 al 2003).
Ma l’opinione pubblica ora non si fida più e l’opposizione alza la voce: «La nube delle accusa rende quest’acquisizione assolutamente infattibile», dichiara Ed Miliband. La parola passa adesso all’Antitrust, mentre lo Stock Exchange non perdona: le azioni della tv satellitare sono in crollo verticale. Eppure lo squalo dei media non molla la presa, vuole quel 61% mancante di BskyB e anzi alza la posta ritirando l’offerta conciliatoria di procedere allo scorporo di SkyNews (il canale all-news), condizioni chiave per l’acquisizione.
Resta aperta la questione politica: come farà  David Cameron a giustificare la presenza ai vertici del proprio staff di Andy Coulson (direttore del News of the World dal 2003 al 2007), arrestato perché sospettato di essere direttamente coinvolto nelle intercettazioni illecite? Il leader laburista chiede a Downing Street di fare chiarezza su quella nomina ambigua.


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