«Munnezza da incubo, ma cedere l’azienda pubblica è un golpe»
NAPOLI.«Il problema dei rifiuti mi sta dannando l’anima, sto cercando di raddrizzare le cose, ma tutta la deficienza strutturale che già conoscevo e ho denunciato in questi anni, rende tutto molto complicato». Il vicesindaco Tommaso Sodano è al lavoro da un mese ormai e la giornata è troppo corta tra telefoni che squillano, riunioni con i dirigenti del comune, corse a Roma per cercare una soluzione. Ma la situazione peggiora e a Napoli ci sono più di 2mila tonnellate di rifiuti non raccolti. La crisi endemica pare essere un labirinto senza uscita eppure basterebbe copiare i metodi da chi ha già un meccanismo virtuoso.
Sodano, cosa rende la Campania diversa?
Abbiamo fragilità strutturali a cui non è mai stato messo mano. Silvio Berlusconi nel 2008 ha gridato al miracolo, ma in realtà aveva solo utilizzato il sistema delle discariche senza incidere sul ciclo, così ora che sono sature il problema ritorna. Per Napoli ogni giorno dobbiamo chiedere dove sversare perché abbiamo la competenza sulla raccolta però dipendiamo dalla provincia e dalla regione per scaricare. Così in una fase di transizione che poi ci deve traghettare al nostro piano definitivo possiamo rompere questo meccanismo malato in due modi, procedendo ad accordi diretti con altre città e regioni, oppure se il decreto non viene modificato, con un paese straniero. Abbiamo già trattative in corso con il nord dell’Europa.
Il 21 insieme a De Magistris andrete da Berlusconi. Secondo lei il premier sui rifiuti aspira a un’eventuale sconfitta politica di De Magistris?
L’incontro non verterà solo sui rifiuti, il tema sarà Napoli e credo che Berlusconi non possa sottrarsi al di là della collocazione politica. La città ha una posizione strategica nel Mediterraneo e ha bisogno di investimenti. Discuteremo dunque dell’America’s cup, del Forum delle culture nel 2013, del centro storico che è patrimonio dell’Unesco. Certo anche l’emergenza rifiuti avrà il suo spazio ed è nostra intenzione chiedere l’accesso diretto ai fondi Fas e a quelli comunitari, vogliamo poi gli stessi poteri che sono stati concessi a Palermo e Catania.
Non sembra che tiri una buona aria con il governo. La manovra Tremonti accelera le privatizzazioni, si vogliono vendere le municipalizzate…
Ancora non ho letto la manovra, ma se dovesse essere vero si tratterebbe di un golpe. Con il referendum i cittadini hanno detto chiaramente di che politiche hanno bisogno, andare in controtendenza significa tradire lo spirito della consultazione popolare. Al governo piace spingere sul tasto delle aziende pubbliche in deficit, ma il punto è farle funzionare non svenderle. Per quanto riguarda i rifiuti, per esempio, sarebbe molto pericoloso affidare la raccolta ai privati, visto che le aziende esterne sono troppo spesso incappate in grane giudiziarie per le infiltrazioni camorristiche.
Insieme al sindaco lei spesso gira a piedi la città per monitorare oltre le tonnellate di immondizia anche l’umore dei cittadini. La fiducia che vi hanno dato è messa a dura prova.
Invece la cosa straordinaria è che sono dalla nostra parte. Nei Quartieri Spagnoli (teatro delle rivolte della monnezza il mese scorso, ndr) si stanno autogestendo, di giorno chiudono i cassonetti con i teli e li scoprono solo la sera per buttare i sacchetti. C’è anche un nuovo movimento di volontari nato sul web che si è già ritrovato nel centro storico per ripulire piazze e monumenti. Iniziative dal basso che ci riempiono di entusiasmo.
Avete già un piano per il post-emergenza?
Certo e non prevede la costruzione di inceneritori, ma tre impianti di compostaggio per l’umido che a Napoli rappresenta il 40% dei rifiuti. Vogliamo portare le isole ecologiche da 3 a 10, una per ogni municipalità , creare un sito di trasferenza cittadino che in periodi di sofferenza eviti l’accumulo in strada. Intendiamo dotarci di impianti per il trattamento meccanico manuale, opzione che consente di recuperare gran parte dei materiali. Ma su tutto resta il nostro progetto di arrivare a percentuali elevate di differenziata con il porta a porta.
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