by Sergio Segio | 15 Luglio 2011 7:18
Dal coro della «salvezza nazionale si distingue infatti chi propone un ragionamento che mette radicalmente in discussione i pilastri della presunta «necessità » di questo tipo di manovra, Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione, poco prima di un vertice della Sinistra Europea, si è presentato insieme ad Alexis Tsipras, suo omologo nel Synaspismos greco, partito tra i protagonisti dell’opposizione popolare alla politica dei tagli attuata dal «socialista» George Papandreou.
«Siamo qui insieme perché i governi di Italia e Grecia stanno seguendo la stessa strada. Dicono di voler combattere contro la speculazione, in realtà tagliano lo stato sociale e le pensioni, peggiorando le condizioni di vita di lavoratori e pensionati, dei disoccupati». Come si è visto in Grecia, «questo non serve a nulla contro la speculazione. Anzi, più si taglia lo stato sociale meno cresce il paese; e quindi aumenta in proporzione il debito e gli speculatori fanno il loro comodo con più agio». È la logica della manovra ad essere bocciata senza appello. «Non solo è iniqua, perché non tocca affatto i redditi dei più ricchi, ma è anche sbagliata perché è recessiva e non affronta minimamente il problema della speculazione».
E dire che proprio questo è «il mostro» contro cui chiamano all’«unità » sia Tremonti che l’opposizione. «Per sconfiggerla, bisogna mettere dei limiti alla libera circolazione dei capitali, limiti all’azione della banche in modo che non possano più fare tutto quello che vogliono senza nessun vincolo. In una parola la politica deve regolamentare la finanza. Finchè la si lascia libera, ci sarà sempre speculazione. Questa manovra non tocca nessuno dei problemi fondamentali».
Naturalmente – se i mercati sono globali – la risposta, per quanto radicale, non può essere solo nazionale (per quanto la piccola Islanda abbia dimostrato che ci si può riuscire lo stesso). «Sul piano europeo la nostra proposta è di permettere alla Bce di acquistare sul mercato primario a prezzo congruo i titoli di debito dei paesi sotto attacco; che è poi l’unico mondo di impedire che la speculazioni si addensi intorno a certi titoli. In questo modo si blocca la speculazione al ribasso, permettendo agli stati di rifinanziari al tasso di sconto; lo spread a quel punto non si allargherebbe più al 10-12% come ora. In secondo luogo, proponiamo un fondo europeo per finanziare il riassetto ambientale e sociale dell’economia, quindi una vera politica industriale europea. Terzo, un’armonizzazione fiscale europea, impedendo la “concorrenza sulle tasse” tra un paese e l’altro. In ultimo, va messa sul serio la mordacchia al capitale finanziario; e quindi rimettere le regole per le banche che sono state tolte negli ultimi anni, impedire le operazioni fuori bilancio, tassare le transazioni speculative. Ossia far sì che la finanza non possa essere libera di andare a colpire dove vuole».
Un pacchetto di proposte discusse e convidise per ora dalla Linke tedesca, da Izquierda Unida, dal Synaspismos, oltre che dalla Federazione delle sinistra italiana e altri partiti o associazioni. Ieri pomeriggio l’incontro anche con Pierre Laurent del Partito comunista francese e con lo spagnolo Cayo Lara. «Ora si tratta di fare un salto in avanti e di riuscire a coordinare le lotte, non soltanto le proposte. Non avverrà in un giorno, ma questa è la necessità ; e anche l’obiettivo». Ferrero (Prc):
«Possibilità per la Bce di comprare i titoli di stato, politica industriale e fiscale europea, regole ferree per la finanza»
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