Ligresti lascia Citylife Dall’Isvap via libera alla vendita al Leone

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MILANO— L’ok dell’Isvap è arrivato, dunque l’operazione si può concludere in tempi brevi, probabilmente nei primi giorni d’agosto. Salvatore Ligresti esercita l’opzione put, vende il suo 27,2%a Generali ed esce da Citylife, la società  titolare del progetto di riqualificazione dell’area dove sorgeva il polo fieristico milanese. Il Leone di Trieste passerà  dunque dal 41,3%al 68,5%, l’altro socio, Allianz, mantiene il 31,5%. Quote che potrebbero subire una variazione marginale nel caso il gruppo tedesco voglia dare un segnale e rilevare invece anch’esso una quota simbolica (si parla al massimo dell’ 1-2%). Ancora nulla si sa di ufficiale in relazione al prezzo, che da quanto si è detto finora potrebbe aggirarsi sui 110 milioni.
Secondo gli accordi il valore della quota sarà  determinato dal valore più alto fra quello relativo al capitale investito più gli interessi maturati (e Ligresti ha impiegato in Citylife circa i 95 milioni) e il net asset value, cioè il patrimonio netto. Quando l’assegno verrà  staccato Ligresti potrà  beneficiare di un nuovo ingresso di liquidità  che, dopo il doppio aumento di capitale (di Fonsai per 450 milioni e della controllata Milano assicurazioni per 350) andato a buon fine, rappresenta un passo avanti sulla strada dell’indispensabile rafforzamento. E d’altra parte la transazione consente a entrambi i partecipanti di raggiungere un obiettivo prefissato: Fonsai, che detiene la partecipazione in Citylife attraverso l’Immobiliare Milano assicurazioni, si alleggerisce nel settore, mentre le Generali vanno nella direzione opposta e vogliono aumentare il peso del real estate.
Attualmente gli investimenti immobiliari del Leone valgono circa 24,2 miliardi e rappresentano il 7,1%del totale del portafoglio proprio a valore di mercato. Il group ceo Giovanni Perissinotto ha detto in più di un’occasione che Trieste considera prioritario crescere in quest’area portando il pacchetto di asset nel real estate a circa 30 miliardi. In particolare poi Perissinotto ha sottolineato che il gruppo «crede» nell’operazione Citylife, tanto è vero che nel board della società  sono entrati dirigenti del Leone del calibro del direttore generale Raffaele Agrusti e del responsabile dell’immobiliare Giancarlo Scotti.
Il portafoglio del gruppo è attualmente per il 74%destinato a uffici. Dal punto di vista geografico si concentra nelle principali città  e capitali soprattutto in Europa: il 40%in Italia, il 21%in Francia, il 17%in Germania, il 18%negli altri paesi, Con l’uscita di Ligresti Citylife cambia dunque ancora assetto societario: quando tutto è cominciato, nel 2004, con la messa in vendita dell’area da parte della Fondazione Fiera, la «gara» , alla quale hanno partecipato 70 operatori è stata vinta dalla cordata costituita da Generali, Allianz, Fonsai e Lamaro-Toti. Quest’ultimo è poi uscito vendendo il proprio 18%a 45 milioni per due terzi a Generali e un terzo ad Allianz. In quella occasione Ligresti ha rinunciato a concorrere all’acquisto e ha negoziato con Generali una way out, cioè appunto l’opzione a vendere. Il Leone, con l’acquisto da Fonsai varca ampiamente la soglia della maggioranza assoluta e consolida l’investimento.


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