L’ex ufficiale della Finanza nell’ex impero di don Verzé
CITTà€ DEL VATICANO — Nel 2009, per capire il tipo, spiegò all’Osservatore Romano: «L’obiettivo del Bambin Gesù è diventare il centro di riferimento della ricerca pediatrica e dell’assistenza in Europa. E, perché no, anche uno dei centri mondiali di riferimento. Può sembrare ambizioso, ma io credo sia un obiettivo ragionato e razionale» .
Giuseppe Profiti, nuovo vicepresidente con pieni poteri del San Raffaele, anche Oltretevere ha la fama di un uomo capace, prudente e riservato, uno che si fa vedere poco, parla ancora meno e sgobba tantissimo, la pausa pranzo ridotta a un caffè. Tenace, magari un po’ freddo, però non è il tipo del secchione né gli difetta l’ironia: a maggio di tre anni fa, agli arresti domiciliari per qualche giorno nell’inchiesta genovese sugli appalti delle mense comunali, attese imperturbabile l’interrogatorio del gip leggendo «Il processo» di Franz Kafka, tanto per chiarire— con discrezione— come si sentiva: «Qualcuno doveva aver calunniato Josef K., perché, senza che avesse fatto nulla di male, una mattina venne arrestato» .
Il segretario di Stato vaticano, Tarcisio Bertone, lo aveva voluto da pochi mesi, gennaio 2008, alla presidenza dell’ospedale Bambin Gesù. E, poiché nella Chiesa i segnali sono importanti, fece colpo l’udienza privata dal Papa che gli fu concessa il 19 maggio 2008, durante la visita di Benedetto XVI a Genova e nel pieno dell’indagine nella quale Profiti sarebbe stato coinvolto di lì a poco.
La «piena solidarietà » della Santa Sede, con nota ufficiale, fu immediata, la fiducia non gli è mai mancata in seguito. Le cronache giudiziarie parlano di un coinvolgimento tutto sommato marginale (l’accusa si riferiva a quando era direttore delle Risorse finanziarie in Regione), nel frattempo è arrivata una condanna a sei mesi con la condizionale per concorso in turbativa d’asta, nel 2010, confermata il mese scorso in appello. E lui, che ha un fratello magistrato, non ha mormorato una parola polemica contro i giudici: si è sempre detto estraneo, ricorrerà in Cassazione, tutto qui. «Nei cinque anni in cui ho collaborato con il cardinale Bertone prima e con il cardinale Bagnasco poi, tutti i nostri colloqui non hanno mai fatto riferimento direttamente o indirettamente ad attività commerciali» , si limitò a precisare uscito dal gip. Disciplinato, riservato, abituato a gestire il potere con cautela. E stimatissimo dal cardinale Bertone che, da arcivescovo di Genova, lo aveva chiamato alla fine del 2004 per guidare l’ospedale Galliera.
Il professor Profiti — docente di contabilità degli enti pubblici all’università di Genova — era già stato direttore amministrativo al Gaslini. Ma fu allora che la sua carriera decollò: divenuto segretario di Stato, Bertone lo chiama in Vaticano al Bambin Gesù, nel 2010 Profiti entra pure nel Cda dell’università Cattolica, ora si aggiunge il San Raffaele. Un’accelerazione folgorante, per il manager nato a Catanzaro nel 1961, ufficiale della Guardia di Finanza dall’ 85 all’ 87 e poi, tra l’altro, consigliere alla Ragioneria generale dello Stato e vice commissario straordinario dell’istituto nazionale per la ricerca sul cancro di Genova.
La fama di competenza si è consolidata negli ospedali della Chiesa genovese e al Bambin Gesù. Sotto la regia del Segretario di Stato Vaticano, l’operazione San Raffaele è affidata a un gruppo calibratissimo: impostata dal presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi e con un luminare del diritto (Giovanni Maria Flick), un imprenditore (Vittorio Malacalza) più, appunto, un esperto di sanità : di qui il compito di Profiti, mentre il superconsulente Enrico Bondi lavorerà al risanamento.
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