Le banche tedesche aiutano la Grecia

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BERLINO – Il salvataggio della Grecia prende forma, ed è un salvataggio targato made in Germany e made in France. I governi delle due principali potenze dell’Eurozona, uno dopo l’altro, hanno convinto le banche dei loro paesi a partecipare ai costi del pacchetto d’aiuti per Atene. L’annuncio, ieri pomeriggio da parte del ministro delle Finanze federale, Wolfgang Schaeuble, che i grandi istituti di credito tedeschi avevano accettato di scendere in campo, ha sbloccato la situazione. E ha rischiarato l’orizzonte, facilitando al Voulì (Parlamento) ellenico il sì al governo Papandreou nel secondo voto-chiave, quello appunto di ieri pomeriggio per l’attuazione delle pesantissime misure d’austerità  e tagli richieste da Unione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale.
Dopo ore di attesa, che avevano tenuto i mercati e i governi col fiato sospeso, è venuto l’anziano Wolfgang Schaeuble, l’ex delfino di Kohl, a spiegare l’accordo con le grandi banche private della Repubblica federale. Lui, Schaeuble, che da settimane premeva sui piani alti dei grattacieli di Francoforte per una loro partecipazione al salvataggio di Atene e della moneta unica, e che sulla sua richiesta si era scontrato sia con la Banca centrale europea sia con l’ala destra del suo partito (Cdu, la forza politica guidata dalla cancelliera Merkel) ha infine colto una vittoria. In base all’accordo, le banche private tedesche parteciperanno per almeno 3,2 miliardi di euro al pacchetto di soccorso per la Grecia. Di questi 3,2 miliardi, 2 miliardi sono debiti greci in scadenza con i grandi istituti di Francoforte e Monaco, che vengono semplicemente rinnovati. Altri 1,2 miliardi di euro sono messi a disposizione dalla Westdeutsche Landesbank e dall’istituto nazionalizzato Hypo Real Estate. «Vogliamo dare prova di senso di responsabilità , perché così verremo incontro sia ai nostri concittadini, sia a governi e Parlamenti nazionali nelle decisioni sugli aiuti», ha detto, citato ieri sera dall’edizione online della Sueddetusche Zeitung, il numero uno di Deutsche Bank, Josef Ackermann.
La soluzione tedesca, ha spiegato Schaeuble, si ispira al “modello francese”, tra il governo e i principali istituti transalpini. In sostanza, le banche, assicurazioni e fondi francesi e tedeschi (di gran lunga le principali creditrici di Atene) garantiscono che alla scadenza dei bond greci in loro possesso fino 2014 ricompreranno un quantitativo equivalenti di nuovi titoli ellenici. La decisione di Berlino e Parigi è stata un appoggio importante per il premier ellenico Papandreou. Il quale ha strappato al Parlamento il sì (con 155 voti a favore e 136 contro) alle misure d’attuazione del piano di brutali tagli e austerità  per 28,4 miliardi di euro. I mercati hanno reagito positivamente: l’euro ha chiuso sul dollaro a 1,4525. «La priorità  è aiutare il nostro paese con la massima sincerità  a rimettersi in piedi», ha detto Papandreou ieri sera. Il presidente della Commissione Barroso e il presidente Ue Van Rompuy hanno commentato: «Il voto rende possibile il versamento della quinta tranche di 12 miliardi del prestito concesso un anno fa. Non solo: permette progressi rapidi del secondo piano di salvataggio».


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Cari amici, pace!

Con una certa emozione, scrivo questa lettera di Natale. E’ la mia ultima dall’Africa, perché tra qualche mese tornerò in Italia da dove sono partito vent’anni fa. Mi piacerebbe tanto poter tornare con lo stesso spirito con il quale sono partito allora, ma con più umiltà , per poter imparare nuovamente il linguaggio e la cultura che troverò in Italia. In questi giorni mi sono riletto il diario che ho scritto negli ultimi anni qui in Kenya per fare memoria del bene che ho vissuto e rivivere la gioia di tante storie e tanti volti che ho amato. Alcune pagine mi hanno molto sorpreso.

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