by Sergio Segio | 8 Luglio 2011 7:34
ROMA — L’abbraccio in Consiglio dei ministri, sotto gli occhi di Silvio Berlusconi, suggella la pace fra Tremonti e Brunetta ma non cancella il video che da ieri impazza sul web. La scena in cui il ministro dell’Economia commenta a colpi di «cretino» e «scemo» l’intervento del responsabile della Funzione pubblica resterà agli atti di questa legislatura, emblema di un momento a dir poco travagliato della vita del governo.
Accade mercoledì nella sala stampa del ministero del Tesoro, via XX Settembre. Tremonti ha appena finito di illustrare la manovra ai giornalisti, quando prende la parola Brunetta e si dilunga sulla sostenibilità dei correttivi alla spesa salariale del settore pubblico. Ed è qui, come si sente (e si vede) nel video fuorionda diffuso da Repubblica tv, che Tremonti comincia a dare segni di nervosismo e impazienza. Rosso in viso, il plenipotenziario dei conti pubblici si rivolge al ragioniere generale dello Stato, Mario Canzio, che siede alla sua destra: «Questo è il tipico intervento suicida — sussurra alludendo al collega di governo— è proprio un cretino» . Canzio annuisce e osserva che il pubblico impiego incide sulla manovra appena «per lo 0,6 per cento» , quindi è «inutile» che Brunetta ne parli. E Tremonti, con un lampo di perfidia negli occhi: «Eh, ma ne deve parlare…» . Interviene Vincenzo Fortunato, capo di gabinetto del ministro dell’Economia: «È un massacro!» .
Tremonti quasi non si tiene più, si vede che ha voglia di prendere il microfono e ribattere pubblicamente a Brunetta: «Devo dirlo?» , domanda a Fortunato. Quindi cerca lo sguardo del ministro Sacconi, ultimo a destra nell’inquadratura: «Maurizio… È scemo, eh?» . Il complimento è ancora per l’ignaro Brunetta che intanto continua a parlare, nella più assoluta indifferenza del responsabile del Welfare, che risponde a Tremonti: «Io non lo seguo neppure» .
Che Tremonti e Brunetta non si amino è cosa nota, le cronache parlamentari e governative sono piene di scaramucce, battute velenose e ricostruzione degli scontri tra i due. Eppure ieri, quando ha visto il video della conferenza stampa, Brunetta ha scelto di porgere l’altra guancia. «È venuto Giulio e mi ha abbracciato, chiedendomi scusa — ha raccontato dopo il Consiglio dei ministri —. Io, però, non ho ancora capito cosa sia successo. Ma si sa, non sono veloce di comprendonio» . E il fuori onda? «Io i fuori onda li considero alla stregua di intercettazioni illegali» .
Dietro le quinte di Palazzo Chigi, però, le cose non sono andate così lisce. In Consiglio dei ministri un Brunetta ancora turbato attacca duramente Tremonti, gli rimprovera di averlo colpito «sul piano personale» e di averlo «profondamente offeso» . Giulio prova a farsi perdonare: «Mi dispiace, era una conversazione privata e non pubblica, mi sento come uno al quale hanno piazzato delle microspie in ufficio— si giustifica il titolare del Bilancio — Comunque ti chiedo scusa, Renato. Chissà le porcherie che dici in giro su di me…» . Risate, pacche sulle spalle di Brunetta. Il clima, tesissimo, si scioglie un po’, il ministro dell’Agricoltura Saverio Romano scherza rivolto a Tremonti: «Se Giulio sentisse quel che talvolta dico di lui al telefono…» . Raffaele Fitto ci mette una buona parola e così Angelino Alfano, Guardasigilli e primo segretario del Pdl. Chiamato in causa, anche Silvio Berlusconi s’adopera per riportare la pace tra gli eterni duellanti. «Tremonti ha chiesto scusa a Brunetta — tira le somme il premier— E io chiedo a tutti voi senso di responsabilità , è un momento delicato e dobbiamo stare uniti» . Il Consiglio dei ministri. volge alla fine, i membri del governo si alzano e fanno per uscire, quando Alfano s’intesta l’ultima battuta: «Tremonti ha ristabilito la par condicio, perché secondo lui siamo tutti cretini…» .
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