L’Aquila, situazione al collasso. Domani i cittadini tornano a manifestare
L’AQUILA – Gli aquilani torneranno in strada a manifestare un anno dopo la manifestazione romana in cui le forze dell’ordine usarono i manganelli sui manifestanti. L’appuntamento è per domani, 7 luglio, alle ore 15 in Viale Corrado IV a L’Aquila.
Sempre gli stessi i motivi che spingono alla mobilitazione. “Non c’è lavoro e non c’è futuro, per i giovani semplicemente non ci sono prospettive – spiegano i ragazzi del comitato 3:32, promotori insieme ad altre associazioni della manifestazione-. I soldi per la ripresa socio-economica del cratere vengono sistematicamente dirottati altrove senza alcun imbarazzo: è il caso della sanità , della ferrovia, delle scuole e dell’università . La ricostruzione pesante è ferma nel centro de L’Aquila, in periferia e in tutti i centri del cratere! Non esiste un’idea per la città e il suo territorio, se non la sua triste devastazione. Molte famiglie e single, poveri e nuovi poveri sono senza casa e senza assistenza, vittime dei deliri di onnipotenza della struttura commissariale dell’emergenza e lasciati soli di fronte il mercato, libero di alzare i prezzi degli affitti all’infinito”.
“Senza lavoro, senza case, L’Aquila non rinasce”, questo il tema principale della manifestazione che percorrerà le vie della periferia della città terremotata per concludersi sotto la sede della Giunta Regionale d’Abruzzo, una delle sedi principali della struttura commissariale. Lavoro e casa: lente e inefficaci le misure prese in queste due direzioni nei 27 mesi del dopo sisma, secondo gli organizzatori. Per quanto riguarda il lavoro è ancora in alto mare l’iter burocratico per l’istituzione della zona franca che dovrebbe favorire nuovi insediamenti produttivi nella zona. Manca, inoltre, un’idea per il rilancio delle attività presenti sul territorio prima del sisma. La ricostruzione degli edifici privati gravemente danneggiati è al palo e sono ancora 36.416 gli aquilani assistiti dallo Stato che risiedono in alloggi temporanei , caserme, hotel o che percepiscono un contributo di autonoma sistemazione. Tempi lunghi anche per la discussione in Parlamento della Legge di iniziativa popolare per il cratere scritta dagli aquilani e sostenuta da oltre 50 mila firme depositate circa un mese fa.
“La ricostruzione economica e sociale della città e dei comuni colpiti dal terremoto del 6 aprile – secondo gli organizzatori – sono le priorità . E quella economica deve aprire la strada alla seconda. La città ed il territorio sono al collasso; se non ci saranno misure immediate per il lavoro e l’economia, la città ed il territorio sono destinate a morte certa. Nessuno potrà dire che non sapeva”.
Alla manifestazione ha aderito anche la compagine locale di Pmi Confindustria che ha accompagnato l’adesione con un documento in cui torna a ribadire alla struttura commissariale e al governo le proprie richieste per il rilancio del lavoro e dell’economia nel cratere. (Elisa Cerasoli)
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