Landini chiede lo stop fino al voto nella Cgil
Si alza ancora il tono dello scontro interno tra Cgil e Fiom, il sindacato dei metalmeccanici, sull’ipotesi di accordo sulla rappresentatività e l’esigibilità dei contratti, firmata martedì scorso da Confindustria e dai tre sindacati confederali. Ieri, durante la riunione del comitato centrale delle «tute blu» , non è stato facile per Vincenzo Scudiere, segretario confederale della Cgil, spiegare i termini dell’intesa siglata dal leader Susanna Camusso. «La Fiom sbaglia — ha detto Scudiere accompagnato da brusii e contestazioni—: l’intesa con Confindustria blocca la deriva degli accordi separati» . Qualcuno ha abbandonato la riunione. «Siamo di fronte ad una vera, distante valutazione che mi preoccupa» ha commentato Camusso dalla Festa della Cgil a Serravalle Pistoiese. «Ho visto toni di giudizio e credo che non siano nelle regole con cui discute una grande organizzazione» ha aggiunto. Intanto il leader della Fiom, Maurizio Landini, ha chiesto la sospensione della firma da parte di Camusso sino alla consultazione degli iscritti e ha ottenuto dal comitato il mandato di esprimere il proprio dissenso sull’intesa al direttivo della Cgil, che è stato anticipato al 5 luglio. La minoranza, guidata da Fausto Durante, non ha votato, contestando merito e metodo. L’11 luglio il direttivo Cgil si riunirà per discutere di manovra e decidere eventuali reazioni, il giorno dopo si discuterà di democrazia e in quella sede si consumerà il confronto tra Cgil e Fiom. E’ questo il punto su cui le posizioni sono più distanti, avendo la Cgil firmato per un modello di democrazia rappresentativa rispetto a un modello più popolare, sostenuto dalla Fiom, che vorrebbe il costante ricorso a tutti i lavoratori. Intanto il leader della Cgil attacca la Fiat e l’amministratore Sergio Marchionne, che ieri si è detto insoddisfatto dell’intesa ai fini della copertura dei contratti di Pomigliano, Mirafiori e Grugliasco, in deroga a quello nazionale. «La verità — ha detto Camus- so— è che non esiste nessun progetto industriale della Fiat, non esiste forse nessun progetto Fabbrica Italia, mentre esiste un gioco del cerino un po’ insopportabile. Quando la Fiat si ritrova il cerino in mano, poi vuole subito passarlo a qualcun altro» . Il segretario della Cgil, nello specificare di non avere «nessuna voglia che la Fiat abbandoni il nostro Paese» , ha rilanciato la palla in campo Fiat, chiedendo a Marchionne. di stracciare i contratti siglati senza la Cgil e in deroga, e di riscriverli secondo le regole del nuovo accordo. In linea con questo ragionamento, Cgil è favorevole a una cornice legislativa dell’accordo, ma rifiuta l’ipotesi di una legge retroattiva per la Fiat, ipotizzata dal presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, nella lettera di risposta a Marchionne. Intanto lunedì la Cisl riunirà l’esecutivo per ratificare l’accordo, seguirà una consultazione interna, secondo statuto.
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