L’Italia delle ferrovie spaccata in due da Palermo a Milano con 6 ore di ritardo

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ROMA – «Iniziamo bene le ferie» è stato il commento rimbalzato tra le stazioni italiane da nord a sud. Con uno snodo da 500 treni al giorno (di cui cento ad alta velocità ) bloccato proprio al centro della penisola, le conseguenze si sono fatte sentire in tutto il paese. Nella mattinata di ieri quasi tre treni su dieci tra quelli in transito a Roma Tiburtina sono stati soppressi e due su dieci sono stati deviati su percorsi alternativi più lunghi.
Le prenotazioni stampate sui biglietti sono saltate e i passeggeri hanno iniziato a salire sul primo convoglio disponibile, affrontando i ritardi assai pesanti in piedi o seduti sulle valigie. Il record è andato a un Palermo-Milano che ha attraversato la capitale nella notte, poco dopo il divampare del rogo, e ha accumulato sei ore di ritardo, seguito da un Salerno-Milano entrato in Centrale 5 ore e 25 minuti dopo l’orario previsto. Una media di due ore di attesa si è registrata per i treni provenienti dal nord diretti a Napoli. A Bologna molti passeggeri hanno preferito salire sui regionali anziché aspettare le Frecce provenienti da Roma. E ancora una volta, dopo l’ultimo episodio della neve a Firenze a dicembre, è bastato il blocco di un singolo ingranaggio per mandare in tilt la penisola intera da nord a sud.
Per alleggerire la pressione sullo snodo romano, Trenitalia ha subito sfoltito i treni previsti per la giornata di ieri. Secondo le Ferrovie, su 137 treni a lunga percorrenza in transito a Tiburtina, 24 (il 17,5%) sono stati deviati e 38 (27,7%) cancellati del tutto. Gli altri (55%) hanno seguito il tragitto regolare, ma con ritardi spesso superiori a un’ora. L’orario modificato è pubblicato su www. trenitalia. com. E se ieri a subire i disagi sono stati soprattutto i viaggiatori in vacanza, da oggi il blocco dello snodo romano in cui confluiscono tre linee locali e una dell’alta velocità  complicherà  la vita anche ai pendolari. “Invitiamo i viaggiatori a non prendere il treno, se il loro percorso passa per Tiburtina” ha chiesto Trenitalia, scatenando su internet i commenti rabbiosi dei pendolari, soprattutto per i telefoni delle informazioni sempre occupati.
Sui tempi di recupero le Ferrovie non si pronunciano: «Ci vorrà  tempo prima che la situazione torni alla normalità  anche se faremo di tutto per contenere i disagi» ammettono i responsabili di Trenitalia, mentre il sindaco di Roma Gianni Alemanno parla di un mese per riassorbire tutti gli effetti del rogo. L’ultima parola spetta ora ai vigili del fuoco, che dovranno pronunciarsi sull’agibilità  della stazione. Due dei sedici binari di Tiburtina sono stati riaperti al traffico ieri mattina: uno per i treni diretti a nord e uno per quelli diretti a sud. Ma a nessun convoglio è stato permesso di fare scalo o di partire dalla stazione invasa dai fumi e con un edificio pericolante.
A causa del rogo anche il sistema di distanziamento automatico dei treni è andato in tilt. Mentre normalmente i convogli viaggiano a un chilometro e mezzo di distanza l’uno dall’altro, ieri a Tiburtina le distanze di sicurezza sono state aumentate e i transiti si sono dilatati. Nel pomeriggio il ritmo era di quattro treni all’ora diretti verso nord e di tre o quattro diretti verso sud e verso Roma Termini. Una quota dei convogli per Firenze, Bologna e Milano è stata deviata sulla linea tirrenica mentre parte di quelli diretti a Torino sono stati smistati sulla linea adriatica. L’allungamento del tragitto da solo provoca un ritardo medio di un’ora, cui va aggiunto il rallentamento causato dal traffico intenso su linee che sono usate in genere dai treni a media o corta percorrenza.
Le variazioni di percorso, insieme allo spostamento di alcuni capolinea da Tiburtina a Roma Termini (in particolare la linea per Tivoli e Pescara), hanno appesantito anche la principale stazione della capitale, con centinaia di persone assiepate di fronte ai tabelloni luminosi. E la carenza di informazioni è stata ancora una volta una delle principali lamentele dei passeggeri. «Non c’è stata chiarezza e abbiamo avuto poca assistenza» ha raccontato un passeggero salito ad Ascea Marina, in provincia di Salerno, a mezzanotte e arrivato a Milano alle 16 e 15.


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