La sinistra e gli scontri. «Ma con chi sta il Pd?»

by Sergio Segio | 5 Luglio 2011 7:14

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Perché se da un lato il segretario Pier Luigi Bersani ha accolto «con piacere» la precisazione arrivata da Beppe Grillo su chi fossero gli eroi della manifestazione, dall’altro ci hanno pensato l’ex sindaco Sergio Chiamparino e il deputato Stefano Esposito a puntare il dito e chiedere chiarezza, con decisione. Elementare la domanda posta da Chiamparino ed Esposito in una lettera pubblica: da che parte sta il Pd? Con chi ha intenzione di allearsi? La risposta ha la difficoltà  di quelle sfumature che la chiarezza non la vogliono conoscere. Dice il segretario Bersani: «Mi ha fatto molto piacere che Beppe Grillo abbia precisato di non essersi riferito ai violenti quando parlava di eroi. Bisogna essere precisi e farsi capire molto bene» .
Ma poi c’è il punto di vista di Chiamparino ed Esposito che è piuttosto diverso, per non dire opposto. Secondo l’ex sindaco di Torino e il deputato di Moncalieri «dopo i fatti di domenica non regge più la finzione di definire un movimento No Tav composto da pacifici valligiani e dalle loro famiglie: i guastatori non erano infiltrati, ma invitati» .
Una dichiarazione che Riccardo Nencini, segretario nazionale del Psi, accoglie in pieno e, in più, vuole rilanciare: «Chi ammicca ai violenti e cavalca con demagogia posizioni estreme che vanno contro lo sviluppo del nostro Paese, non può e non deve trovare cittadinanza in un progetto politico riformista che aspira ad accreditarsi come forza del cambiamento. Occorre dirlo con chiarezza e agire di conseguenza» .
Ma a sinistra tutto sembra esserci tranne che chiarezza. E se Bersani dopo aver apprezzato il Grillo che rettifica, critica le dichiarazioni di Maroni sui manifestanti («non si metta a fare il magistrato» ), inaspettatamente ci pensa Massimo Donadi, capogruppo alla Camera dell’Idv, a prendere incondizionatamente le parti dei poliziotti e a definire la Tav «un’opera strategica che come tale si deve fare e si farà » .
Di poter accogliere la realizzazione della tratta ferroviaria ad alta velocità  Torino-Lione la sinistra radicale non ne vuole sentire nemmeno parlare. Ieri Nichi Vendola, governatore della Puglia e leader di Sinistra e libertà , ha voluto esprimere con chiarezza la sua posizione contro la violenza: «La violenza è la morte della politica» . E insieme con lui anche il presidente dei Verdi Angelo Bonelli: «Non solo condanniamo con forza la violenza di ieri, ma ci auguriamo che chi si è reso protagonista degli scontri sia assicurato al più presto all’autorità  giudiziaria e punito severamente» . Ma nessuno dei due vuole mettere in discussione la protesta contro l’opera ferroviaria di alta velocità .
Ha detto Vendola: «Oggi si sta mettendo in discussione la legittimità  della contestazione a quel modello di alta velocità  e questo non sta bene» . Ha rilanciato Bonelli: «I violenti ieri hanno imposto il bavaglio alle pacifiche ragioni delle famiglie e delle decine di migliaia di cittadini che manifestavano contro l’insostenibilità  economica e ambientale di un’opera che alla fine costerà  a tutti i cittadini italiani oltre 20 miliardi di euro» . Dal Movimento cinque stelle di Beppe Grillo la posizione arriva ben più estrema: «Isoliamo e denunciamo i violenti, sia tra i No Tav, sia tra le forze dell’ordine» .

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