La nuova sfida energetica della Germania

by Sergio Segio | 31 Luglio 2011 7:28

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La via che ci porterà  a questo traguardo è fatta di investimenti in settori economici a cui già  ora appartiene il futuro. Questa scelta poggia su un ampio consenso sociale in Germania. La discussione sull’uso civile dell’energia nucleare ha movimentato la politica e la società  civile per molti anni. Oggi esiste un ampio consenso democratico sulla fattibilità  del cambiamento nella politica energetica – a livello tecnico, concettuale ed economico. La tragedia di Fukushima ha portato ad una nuova valutazione dei rischi dell’energia nucleare ed accelerato la svolta energetica. Ma una cosa è certa: la Germania, dopo una profonda riflessione, si è posta obiettivi ambiziosi ma realistici. Nell’attuazione di questa politica ci dedicheremo a tutti questi obiettivi con uguale senso di responsabilità : sicurezza dell’approvvigionamento, fattibilità  finanziaria e compatibilità  climatica ed ecologica. Fino a marzo 2011 le 17centrali nucleari tedesche hanno fornito il 22% dell’energia elettrica necessaria per il Paese. Dopo che a marzo del 2011 sono state chiuse otto centrali atomiche, la quota delle restanti nove centrali è ora attorno al 15%. Oggi, capacità  nuove e perfezionate, una migliore gestione del sistema ed una maggiore efficienza compensano la differenza avutasi con la chiusura. In futuro, l’energia da fonti rinnovabili e le centrali a gas povere di biossido di carbonio sostituiranno gradualmente la tecnologia nucleare. Le centrali fossili si rendono ancora necessarie quale tecnologia ponte per un periodo transitorio. I nostri obiettivi climatici restano però immutati, il che significa da una parte arrivare entro il 2020 all’obiettivo Ue della riduzione di almeno il 20% delle emissioni di CO2 e dall’altra realizzare il nostro traguardo nazionale della riduzione del 40% delle emissioni in Germania. Nel 2010, la Germania ha prodotto il 17% della propria energia elettrica da fonti rinnovabili. Entro il 2020 questa quota dovrebbe raggiungere il 35% per poi arrivare al 50% nel 2030. Con la svolta energetica la Germania non aumenta la propria dipendenza da altri. Per garantire l’auto-approvvigionamento il Governo Federale investe più che mai nei tre strumenti principali: ampliamento della rete, potenziamento delle energie rinnovabili e aumento dell’efficienza. Ogni Paese decide autonomamente sul proprio mix energetico, questo vale anche per una Comunità  come l’Unione Europea. Ma molti rischi non si fermano alle frontiere nazionali. Pertanto, è un fatto positivo che ora con gli stress test europei la sicurezza delle centrali nucleari viene controllata in modo affidabile e equiparabile. Catastrofi come quelle di Three Mile Island, Cernobyl e Fukushima non si devono più ripetere. Per raggiungere i nostri obiettivi nella politica energetica e climatica dobbiamo completare il Mercato interno europeo anche nel settore dell’energia. Le reti nazionali devono essere collegate in modo intelligente e orientarsi al fabbisogno. Il potenziale di risparmio deve essere utilizzato in modo ottimale. Il risparmio energetico come “fonte di energia” è decisivo. La Germania si sente pienamente vincolata a questi obiettivi. Gli impegni dell’Ue e delle politiche energetiche nazionali dei Paesi membri devono essere integrati. Anche nella politica energetica deve valere il principio: più Europa e non meno. La Germania quale uno dei maggiori Paesi industrializzati del mondo procede con la svolta energetica più rapida su una strada imboccata già  da tanto tempo a livello tecnologico e progettuale. La svolta energetica non andrà  a scapito della nostra efficienza, dell’ambiente o dei nostri vicini ma apre la porta ad un’architettura energetica efficiente, sostenibile, economica e sicura nel 21esimo secolo. Invitiamo i nostri partner ad una cooperazione stretta e costruttiva per cogliere le opportunità  che ne derivano.
* L’autore è ministro degli Esteri in Germania

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