La benzina vola a un nuovo record costa quasi il doppio di un litro di latte

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ROMA – La benzina verde sfonda il record storico di 1,64 euro al litro. Il doppio di un litro di latte. Più di un chilo di pasta. E proprio alla vigilia del primo weekend da “bollino nero”, quello che inaugura l’esodo di agosto.
Insorgono le associazioni dei consumatori che giudicano i rincari insostenibili, estenuanti e offensivi, una «speculazione sulle vacanze degli italiani», anche per le cupe ripercussioni su trasporti, pacchetti ferie e in generale sull’intero settore del turismo. Protestano gli agricoltori per il caro-petrolio che presto diventerà  un caro-spesa. Si difendono i petrolieri che liquidano le polemiche come «fuori luogo».
A muovere i prezzi raccomandati, dopo la tregua degli ultimi dieci giorni, è Ip che alza di un centesimo benzina e diesel, segnando così il nuovo record italiano per la verde: 1,641 euro contro 1,523 euro per un litro di gasolio. Aumenti «in linea» con quelli registrati in altri paesi europei e che «dipendono dall’andamento dei mercati internazionali», si giustifica l’Unione petrolifera. Ricordando che «pesano i sei centesimi», pari all’aumento delle accise voluto dal governo. Il «piccolo ritocco di una compagnia – prosegue Up – ha innescato il solito balletto di cifre».
Balletto che tuttavia preoccupa i consumatori. Mettendo in conto almeno due pieni per un’auto di media cilindrata, ogni famiglia è pronta a pagare circa 165 euro, 25 in più della scorsa estate. Per l’intero anno, calcolano Adusbef e Federconsumatori, la stangata sarà  di altri 165 euro per ogni automobilista. Il prezzo della verde, segnato ieri, «non è stato raggiunto neanche quando il petrolio sforava il record di 147 dollari al barile, mentre la benzina in Italia era venduta a 1,56 euro al litro», proseguono le associazioni. Ovvero nel luglio del 2008, tre anni fa.
Esiste un responsabile? «Le compagnie petrolifere che applicano il meccanismo della doppia velocità  come se fosse una pratica ormai del tutto legalizzata», ma non solo. «A peggiorare la situazione ha contribuito anche l’improntitudine del governo che ha aumentato le accise per ben due volte, 6 centesimi in più, e che ha tagliato i trasferimenti alle Regioni, spingendole a ritoccare le addizionali regionali di circa 3 centesimi, come ha fatto il Piemonte». I centesimi di troppo sarebbero, dunque, tra i 12 e i 15 per ogni litro di verde.
Duro anche il Codacons, indignato con le compagnie petrolifere che speculano sulle vacanze: «Bastano 2 centesimi di euro in più per incamerare 20 milioni di euro». L’associazione chiede poi l’intervento della Guardia di Finanza per controllare le irregolarità  alle pompe, ovvero i litri effettivamente emessi e la corrispondenza tra i prezzi esposti nei cartelli e quelli praticati. Rispetto all’estate 2010, ricorda infine l’Adoc, la benzina è «aumentata del 17,3%, 12 euro in più, 14 euro sopra la media europea». Per due pieni, si risparmiano «11 euro in Germania, 18 in Austria, 26 in Svizzera, 37 in Slovenia». L’Adoc chiede più «controlli anche da parte dell’Antitrust».
Non meno acute le proteste degli agricoltori. La Cia (Confederazione italiana agricoltori) ricorda che il prezzo di un litro di benzina ha doppiato quello del latte a lunga conservazione e che il budget per alimentari e bevande, «circa 467 euro al mese per ogni famiglia», è stato ormai «superato da quello per trasporti, carburanti ed energia elettrica, a quota 470 euro».


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