Iran, il giallo dei fisici nucleari ucciso uno scienziato davanti a casa

by Sergio Segio | 24 Luglio 2011 6:55

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Ancora uno scienziato nucleare ucciso a Teheran in un attentato, secondo modalità  già  sperimentate in passato: due uomini in motocicletta che sparano a distanza ravvicinata sulla vittima, mentre esce di casa in compagnia della moglie e poi scompaiono nel nulla. Il fisico nucleare si chiamava Dariush Rezaie e aveva 35 anni. Secondo l’agenzia Isna lavorava al Centro di fisica nucleare (un tempo diretto dall’attuale ministro degli Esteri Salehi) e insegnava in una Università  di Teheran. Il vice ministro dell’Interno Baratlou ha detto però che i suoi collegamenti di lavoro non sono stati ancora accertati. Anche la moglie è rimasta gravemente ferita. Le indagini sono in corso e nessun presunto colpevole è stato finora arrestato, ha detto Baratlou.
La professione di scienziato atomico è tra le più pericolose a Teheran. L’anno scorso altri due fisici nucleari avevano fatto la stessa fine di Rezaie; uno, Fereydoon Abbasi-Davani (oggi a capo dell’Organizzazione per l’energia atomica) era stato ferito; e altri ancora erano precedentemente scomparsi (alcuni poi ricomparsi) senza che si sia mai saputo se fossero stati rapiti o fuggiti di loro volontà . Le autorità  di Teheran hanno sempre accusato la Cia e il Mossad, attribuendo attentati e rapimenti a “mercenari” al soldo degli Usa o d’Israele, ma in alcuni casi, in particolare quello di Masud Ali Mohammadi, ucciso da un ordigno nel gennaio 2010, alcuni suoi amici riferirono che lo scienziato era vicino all’opposizione e non si occupava direttamente di nucleare. Negli ultimi mesi diverse persone sono state arrestate sotto l’accusa di essere “spie nucleari”, e il governo ha ammonito i cittadini a non dare informazioni che potrebbero venire usate dai servizi d’intelligence stranieri.
Il confronto tra l’Iran, che vuole continuare ad arricchire l’uranio e lasciarsi così aperta la possibilità  di costruire la bomba atomica, e l’Occidente, che avrebbe già  le prove di come Teheran miri ad avere la “bomba nel cassetto”, ovvero il know how necessario per fabbricarne una in tempi rapidi, è in costante accelerazione. La Repubblica islamica non perde nessuna occasione per lanciare provocazioni: ha appena annunciato che metterà  in funzione nuove e molto più potenti centrifughe e che la produzione di uranio verrà  trasferita da Natanz in un molto più inaccessibile bunker vicino a Qom, Fordo. L’anno scorso le centrifughe di Natanz erano state mandate in tilt per almeno un giorno e sensibilmente rallentate da un virus, lo Stuxnet, che secondo la società  americana Symantec era stato creato a quello scopo. Il settimanale Spiegel ha rivelato che in Iran opererebbe da marzo un centro nucleare clandestino, ai cui vertici vi sarebbero un fedelissimo di Ahmadinejad e un ufficiale dei pasdaran e che vi sarebbero già  stati eseguiti con successo alcuni test, tra cui quelli relativi al meccanismo di accensione di una bomba.

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