India, un’auto se ti sterilizzi

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Una Tata «Nano» in cambio della sterilizzazione. Lo scambio proposto dallo Stato indiano del Rajasthan è l’ultima frontiera nella lotta per il controllo delle nascite nel secondo gigante asiatico, destinato a diventare il primo, almeno dal punto di vista demografico, nel giro di vent’anni o anche meno. Qualcosa di molto diverso dalla politica del figlio unico in Cina, per ora la nazione più popolosa della Terra, e anche dalla politica di sterilizzazioni forzate condotta da Indira Ghandi negli anni Settanta e fallita rapidamente. La scelta di Pechino è stata quella di puntare sulle multe, invece che sui premi. Con il secondo figlio si perdono tanti di quei benefici sociali che per le coppie povere, a meno di nasconderlo, è praticamente impossibile mantenerlo. Ma il controllo sociale in India è molto meno capillare e le politiche forzose non hanno mai funzionato. Ecco allora l’innovazione del Rajasthan.
Il governo centrale ha posto target di sterilizzazione maschile per ogni distretto. Difficili da raggiungere, anche per una millenaria cultura che vede nella fertilità  il massimo della benedizione. E quindi ha messo in campo gli «incentivi». Chiunque si sottoponga a questo tipo di intervento, entro il 30 settembre, concorrerà  a una lotteria con in palio televisioni a 21 pollici, elettrodomestici, motorini e una Tata Nano, l’utilitaria simbolo dell’industria automobilistica nazionale, una sorta di Cinquecento dell’India del boom odierno. «Temevamo di non riuscire a raggiungere l’obiettivo delle 21 mila sterilizzazioni all’anno, così abbiamo avuto quest’idea: speriamo di riuscire a sterilizzare 6000 persone nei prossimi tre mesi», ha spiegato Pratap Singh Dutter, responsabile sanitario del distretto di Jhunjhunu, nel Nord dello Stato indiano.
I dati provvisori dell’ultimo censimento, pubblicati ad aprile, hanno fotografato una popolazione di un miliardo e 210 milioni. Il quadruplo rispetto al 1947, anno dell’indipendenza. Il sorpasso sul vicino cinese si avvicina. Pechino ha contato l’anno scorso 1 miliardo e 330 milioni di abitanti, ma il tasso di natalità  nella Repubblica popolare è a livelli europei: 12,2 nati per mille abitanti, contro 7,03 morti, per un tasso di incremento dello 0,49% all’anno. In India il tasso di natalità  è di 20,97 nati per mille, quello di mortalità  praticamente uguale alla Cina, mentre la crescita è del 1,34%. In pratica 17 milioni di cittadini in più ogni anno, contro i 7 scarsi in Cina. Nel giro di 15 anni l’India sarà  il Paese più popoloso al mondo, ma una crescita così rapida implica enormi problemi per nutrire, istruire, trovare un lavoro alle nuove centinaia di milioni di giovani in arrivo. Serve un freno. Chissà  che i premi siano altrettanto efficaci delle punizioni. Soprattutto se in palio c’è l’auto del «miracolo indiano».


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