In piazza poliziotti e pensionati Sciopero dell’Usb

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Migliaia di lavoratori hanno aderito e partecipato a presidi, assemblee e cortei in programma in oltre venti città  italiane. Duplice il motivo della mobilitazione: da un lato l’opposizione alla manovra «antipopolare» del governo «che colpisce ancora una volta le classi più deboli», dall’altra quella all’accordo firmato il 28 giugno scorso da Cgil, Cisl e Uil con Confindustria. All’ordine del giorno della protesta le misure contenute nella manovra che peseranno direttamente sui dipendenti pubblici: blocco dei salari e delle assunzioni, allungamento dell’età  pensionistica, licenziamento dei precari. «Nella manovra è inserito un vero e proprio azzanno ai salari dei dipendenti pubblici che, aggiunto all’aumento delle tasse e alla diminuzione delle agevolazioni fiscali, farà  crollare il loro potere d’acquisto» denuncia Paola Palmieri, dell’Usb Pubblico Impiego.
Così ieri, da nord a sud, i lavoratori della scuola, del fisco, degli enti locali, della ricerca, dei ministeri, gli operatori della Sanità , i vigili del fuoco, i pensionati hanno manifestato dietro allo striscione “Ladri di futuro e di democrazia”. A Roma i lavoratori in sciopero, ai quali ha portato la propria solidarietà  Giorgio Cremaschi, membro del comitato centrale Fiom-Cgil, hanno scelto casa Tremonti, la sede del ministero dell’Economia, per urlare il proprio dissenso nei confronti della manovra «lacrime e sangue». A Milano quelli della Sanità  hanno sfilato in corteo dal Policlinico fino alla Prefettura. A Novara e a Torino durante i sit-in sono state raccolte le firme per le due proposte di legge popolare elaborate da Usb su fisco e rappresentanza sindacale. A Lodi, Messina, Genova si sono tenute assemblee e volantinaggi di controinformazione. Come ha spiegato Pierpaolo Leonardi, le piazze italiane hanno espresso la consapevolezza che «il governo del Presidente, con l’avallo delle opposizioni, ha prodotto la più grande manovra che si ricordi negli ultimi 70 anni attaccando pesantemente il mondo del lavoro senza colpire minimamente la speculazione finanziaria e i grandi capitali».
Se la giornata di ieri è stato un primo assaggio della rabbia dei lavoratori alle prese con tagli ai servizi e blocco dei contratti, in tutte le piazze è stata rilanciata la mobilitazione per i prossimi mesi. Per il 10 settembre è prevista nella capitale un’assemblea nazionale proposta da un appello della rete Roma Bene Comune che chiama il sindacalismo di base a unirsi ai movimenti sociali e territoriali, a chi lotta per i beni comuni, a chi si oppone alle devastazioni ambientali, agli studenti e dei precari. Un nuovo «fronte di lotta» che ha l’obiettivo, per il prossimo autunno, di lavorare alla proclamazione di uno sciopero generale e generalizzato, metropolitano e precario.


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