Imprese, il Nord Est si scopre più grande

by Sergio Segio | 13 Luglio 2011 7:25

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E così la terra delle partite Iva ha dovuto registrare nell’industria una variazione in negativo degli occupati indipendenti, pari a -6,6%nel 2010 rispetto a due anni prima (inizio della crisi), mentre i lavoratori dipendenti nei servizi sono cresciuti del 2,8%.
Fine del mito: l’ha registrata il dodicesimo «Rapporto sulla società  e l’economia» della Fondazione Nord Est, presieduta da Andrea Tomat, numero uno degli industriali del Veneto. Il nodo della riorganizzazione del sistema produttivo, in un’ottica globalizzata, è stato sottolineato anche dall’ex premier Romano Prodi, ospite della presentazione dello studio a Padova. «Qui c’è un problema di cultura d’impresa familiare, che è drammatico;— ha detto Prodi— siamo in una continua situazione di fibrillazione delle aziende» .
Determinante la dimensione delle aziende: «Serve incoraggiare, anche in modo fiscale, le aggregazioni. Servono poi ricerca e innovazione» . I dati del Rapporto vanno in questa direzione. Nel 2011 è aumentata la propensione a formare consorzi, fare fusioni o acquisire nuove aziende, mentre l’opzione «fare da sé» , che nel 2009 era scelta dal 31,6%degli imprenditori come strategia per il futuro, è scesa lo scorso anno al 19%. Le ditte individuali sono in calo del 5,7%rispetto al 2006 mentre le società  di capitali risultano in crescita del 15,6%nello stesso periodo. Insomma, il sistema produttivo si sta «concentrando» . Gli imprenditori evidenziano che la piccola dimensione costituisce in questa congiuntura più un punto di debolezza (55,8%) che uno di forza (44,2%).
La competizione internazionale impone di ripensarsi in grande e la locomotiva che procede seppure lentamente verso l’uscita del tunnel della crisi è costituita da imprese con più di 50 addetti, con le aziende più piccole al seguito. Rimane tuttavia il territorio cha ha saputo di più agganciare la «maggiore dinamica della congiuntura internazionale» , ha sottolineato Tomat, proiettandosi sui mercati esteri, anche se gli ultimi anni hanno operato una selezione: il 47,1%di imprese ha reti di relazione fuori confine rispetto al 38,1%della media italiana, però nel 2010 la percentuale era del 52,1%. Insomma, continuano i risultati leggermente migliori rispetto al resto d’Italia, ma la ripresa— quella vera — non c’è ancora. Nemmeno nell’ex mitico Nord Est.

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