Il folle memoriale del killer minacce anche al Papa e all’Italia preparava la strage dal 2009

by Sergio Segio | 25 Luglio 2011 9:20

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OSLO – Uno sterminato volume (1500 pagine) e un video di 12 minuti. La «mente» di Anders Behring Breivik è racchiusa in questi due agghiaccianti documenti che il fanatico “fondamentalista cristiano” ha messo sul web poche ore prima di procedere con il suo terrificante duplice attacco terrorista. Che pianificava da anni, studiando ogni dettaglio.
2083 – Dichiarazione per l’indipendenza dell’Europa, lo ha titolato così il suo delirante manifesto «antislamico», centinaia e centinaia di pagine scritte in inglese (e firmate Andrew Berwick), che sono allo stesso tempo diario, testamento ideologico, citazioni storico-politiche e manuale per pianificare una strage. E che ha come filo conduttore la «costruzione» di una società  in cui i nuovi «crociati» distruggano l’Islam e il multiculturalismo che hanno inquinato «l’Eurabia». Parla di «rivoluzione» Breivik, guerra finale che sarà  portata a termine (entro il 2083) dalle milizie cristiane, i «Commilitones Christi Templique Salomonici». i Templari del Ventunesimo Secolo. Usando la violenza perché ci sono momenti «in cui è necessaria la crudeltà » ed è meglio «uccidere molte persone che non abbastanza».
Ha copiato molto ma ha anche studiato molto, per produrre le sue farneticazioni. C’è una lunga analisi della decadenza europea, iniziata con la Scuola di Francoforte e la «corruzione intellettuale» di Marcuse e Adorno, che ha posto le basi per la crisi di valori come il patriarcato, la famiglia, le differenze tra uomo e donna. Cita Gramsci, attacca Benedetto XVI, invita alla distruzione delle Nazioni Unite e dell’Unione Europea con ogni mezzo, simboli della decadenza di oggi. Plaude ai «fratelli serbi» che sono stati bombardati dagli Stati Uniti solo perché volevano «cacciare l’Islam». Sostiene di non odiare i musulmani («fra loro ho diversi amici») ma se entro il 2020 non saranno assimiliati «al cento per cento», dovranno essere espulsi con la forza e con la violenza.
Il suo idolo è Theodore Kaczynski, il terrorista americano che per 18 anni ha inviato pacchi esplosivi firmandosi «Unabomber» e dal cui “manifesto” ha copiato interi capitoli. Lunga e dettagliata è la parte dedicata agli esplosivi, alla necessità  di azioni militari, di finanziamenti, dell’acquisto di armi per scatenare la guerra antislamica con azioni clandestine. Infine il diario degli ultimi giorni. C’è anche un video di 12 minuti che Breivik (firmandosi “berwickandrew”) ha inviato a settemila «patrioti» su Facebook e che ha messo su YouTube (poi oscurato). Nel video indossa una spilletta con scritto «cacciatore di marxisti», indossa una muta e punta un’arma automatica, annuncia la strage raccontando che si vestirà  da poliziotto. Il tutto sei ore prima di dare inizio alla sua carneficina: «per me il fallimento non è un’opzione». Sta collaborando, dicono gli investigatori, ma poco si sa. Ha confessato tutto, confermando di aver agito da solo. Secondo il suo avvocato, Geir Lippestad, ha descritto le sue azioni come «atroci ma necessarie». Forse dirà  qualcosa di più questa mattina quando verrà  portato in tribunale per l’incriminazione ufficiale.

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