Il Cnca scrive a Pisapia: ““Ordinanze inutili o dannose, le ritiri”
MILANO – “Ordinanze inutili o dannose. Il nuovo sindaco le ritiri”. È l’appello lanciato dal presidente del Cnca Lombardia, Claudio Figini, in una lettera indirizzata al sindaco Giuliano Pisapia, al quale chiede “un cambio di passo sulla sicurezza a partire dal ritiro delle ordinanze Moratti e del sistema discriminatorio con cui erano stati selezionati gli operatori fedeli alla linea del Comune”. Figini si riferisce alle ordinanze emanate nel novembre 20008 dall’ex sindaco Letizia Moratti in tema di alcol, droga, prostituzione e accattonaggio. “Provvedimenti già affossati dalla Corte costituzionale -sottolinea Figini-, contro i quali torna ad alzare la voce un pezzo importante del Terzo settore lombardo e milanese”.
La lettera riporta i dati tratti da uno studio del dipartimento di Sociologia dell’università Bicocca, secondo il quale dal novembre 2008 al settembre 2010, gli organi competenti hanno rilevato appena 41 violazioni contro l’acquisto di sostanze stupefacenti e 239 contro l’abuso di bevande alcoliche. “Ci pare che questi numeri dimostrino da soli quello che inascoltati avevamo detto da subito -dice Figini: oltre che contrarie ad od ogni principio rieducativo e preventivo, quelle ordinanze erano difficilmente applicabili. E infatti, a dispetto della grande pubblicità che se ne è fatta, la montagna ha partorito il topolino”. Lo studio della Bicocca rivela che l’attenzione repressiva si è concentrata di più contro le prostitute sulla strada (18.188 multe) e gli accattoni (1.379), ma le contravvenzioni sono state realmente pagate, nel primo caso, da appena il 13,4% dei trasgressori, nel secondo dal 6,3%. “Sotto il profilo amministrativo, quindi, la loro efficacia è stata molto modesta -commenta il presidente di Cnca Lombardia- L’unico effetto che hanno determinato e che possiamo testimoniare come operatori sociali, è stato il trasloco, per altro temporaneo, delle donne nelle zone più periferiche e un aumento della violenza di chi vive sulla strada”.
Per queste ragioni Figini chiede al nuovo sindaco Pisapia, anche come atto simbolico del cambiamento promesso, di ritirare le ordinanze e con esse gli avvisi che ne erano seguiti, “nei quali si chiedeva agli operatori sociali che volevano collaborare con l’amministrazione comunale di condividere preventivamente la linea ideologica che ispirava quei provvedimenti -dice Figini-: un modo rozzo per selezionare ‘amici’ e ‘nemici’ su un terreno che invece richiede collaborazione, dialogo e valorizzazione delle differenze”. (ar)
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