Governo, rinviato il rimpasto Al via la riforma dello Stato

by Sergio Segio | 19 Luglio 2011 7:20

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ROMA – Pressing sull’economia e stop a rimpasti di governo abborracciati. Il presidente Napolitano è stato molto franco con Berlusconi. Salito al Quirinale a mezzogiorno, accompagnato da Gianni Letta, il premier ne è uscito un’ora dopo, con raccomandazioni precise. D’altra parte, dopo l’andamento negativo di Piazza Affari, ieri mattina, e in vista del Consiglio europeo di giovedì, è stata la manovra correttiva dei conti e la sua efficacia, il primo argomento toccato. Il capo dello Stato ha chiesto di tenere alta la guardia sull’economia. Però è sul piano politico e sul rimpasto che ci sono state le maggiori difficoltà  nel confronto.
Berlusconi ha messo sul tavolo la sostituzione di Angelino Alfano (diventato segretario del Pdl), al ministero della Giustizia. Ha fatto i nomi dei “papabili”, a cominciare dal ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, non tra i più indicati, tenuto conto che avrebbe voluto i “tornelli” alle porte anche per i magistrati. Il rimpasto non dovrebbe però riguardare solo via Arenula. Ma tutto è stato rinviato: in un momento così delicato per il paese, con gli assalti speculativi sempre incombenti, discutere dei posti nel governo sembra fuori luogo. Un’opinione che Napolitano aveva espresso anche nei giorni scorsi. Nella maggioranza dicono che di rimpasto si riparlerà  post ferie. E il premier ovviamente ha garantito: «L’esecutivo è solido», durerà  fino al 2013. Della solidità  del governo ieri sera hanno parlato lui e Bossi nella cena di Arcore. Un patto, quello tra Berlusconi e Bossi, tutt’altro che facile da tenere in piedi. Non c’è solo il “caso Papa”, con l’ondivago sì-no all’arresto che i leghisti hanno messo in scena. Oggi si vota a Montecitorio il decreto rifiuti e il Carroccio ha annunciato il proprio “no”. Nel centrodestra è fibrillazione continua.
Tuttavia, a mostrare che l’esecutivo si progetta a lungo termine c’è la bozza di riforma costituzionale presentata da Roberto Calderoli. Un disegno istituzionale a 360 gradi che il ministro della Semplificazione illustra nei minimi dettagli. Riforme che Berlusconi stesso ha definito «storiche». E che Calderoli pubblicizza come il vero intervento di riduzione dei costi della politica: «Tagliare i costi? Tutti si stanno spendendo a parole, noi invece siamo passati ai fatti». Dimezzando il numero dei parlamentari, come la bozza prevede, «si dimezzano stipendi, vitalizi, pensioni, collaboratori». Non dice il ministro, quanto lunga sia la strada delle modifiche della Costituzione, puntando sull’effetto-annuncio. Però il capogruppo Pdl, Cicchitto è scettico: «La proposta Calderoli richiede uno studio approfondito».
In questa situazione politicamente incerta, il Pd cresce nei sondaggi e sono in flessione i partiti del centrodestra: le stime diffuse ieri dal TgLa7 danno i Democratici al 28,4% (+1), il Pdl al 28,1% (-0,5), la Lega al 10,3% (-0,6).

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