Gli invisibili aerei di Camp Darby e le bombe trasportate sui treni
Cessato allarme a Pisa: «Nessun aereo sorvola la città trasportando bombe o ordigni del genere». Lo ha riferito al consiglio comunale il sindaco Marco Filippeschi (Pd), dopo aver «interloquito» con il col. Raffaele Rubini, comandante italiano della base Usa di Camp Darby, e con il gen. Stefano Fort, comandante della 46a Brigata aerea. «Entrambi mi hanno detto che le notizie riportate dalla stampa sono destituite di ogni fondamento». Ci siamo quindi sbagliati quando, il 1° giugno, abbiamo riportato sul manifesto la denuncia del Coordinamento No Hub?
Essa si basa su precisi fatti: l’intensificazione dei voli militari di C-130J e altri aerei cargo su Pisa da quando è iniziata la guerra in Libia; la dichiarazione del portavoce del Pentagono, Dave Lapan, confermata il 10 giugno dallo stesso segretario alla difesa Robert Gates, che gli Stati uniti forniscono agli alleati munizioni, tra cui bombe intelligenti a guida di precisione. Esse sono stoccate nella limitrofa base Usa di Camp Darby. La nostra collocazione, ha detto uno dei comandanti della base, ci offre «capacità logistiche uniche poiché il nostro deposito è a 30 minuti dall’aeroporto di Pisa».
Non convince quindi la risposta del sindaco. Che cosa trasportano gli aerei cargo che decollano in continuazione dall’aeroporto militare di Pisa, diretti verso sud? Souvenir della Piazza dei miracoli, o armi per i ribelli libici e bombe per l’attacco a Tripoli? In tre mesi gli aerei Nato hanno compiuto oltre 13mila missioni in Libia, di cui oltre 5mila di attacco con bombe e missili. In una intervista a Defense News, il capo di stato maggiore dell’aeronautica, gen. Giuseppe Bernardis, ha specificato che gli aerei italiani usano bombe Jdam, Paveway II e III, Paveway III potenziate e missili da crociera aviolanciabili a lungo raggio Storm Shadow. La stessa aeronautica militare pubblica la foto di un C-130J da cui vengono scaricate bombe Gbu-16, specificando che i 130J «hot cargo» garantiscono il necessario rifornimento di armamento per l’operazione «Protettore unificato».
E perché, per rispondere al Coordinamento No Hub, si è scomodato Alessandro Mobono, esperto Onu di sminamento umanitario e munizionamento? Su La Nazione assicura che «tutto il munizionamento trasportato è munito di sicure di maneggio e trasporto ipercollaudate e in caso di schianto di aereo molto difficilmente, diciamo al 99%, esplodono: perciò tranquilli che non può accadere niente e non creare allarmismo ingiustificato». In tal modo però ammette che gli aerei cargo trasportano bombe.
Ancor meno tranquillizzante è quanto riporta il sindaco di Pisa che, mentre assicura che «nessun aereo sorvola la città trasportando bombe», specifica che «i trasporti vengono fatti via Canale dei Navicelli e via ferrovia». Tranquilli allora: le bombe passano in zone abitate su carri ferroviari e chiatte per essere caricate sulle navi nel porto di Livorno. Intanto a Pisa il Comune organizza oggi la prima «Giornata nazionale per le Vittime del dovere», con aviolancio di paracadutisti della Brigata Folgore e sorvolo della città da parte di aerei militari. Mentre alla 46a Brigata aerea si tiene l’«Art Expo 46», mostra d’arte patrocinata da Comune e Provincia, con esposizione di quadri tipo quello che «tratteggia un’idea di città con lo sfondo cosparso di aeroplanini che vegliano su di noi».
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