Giovani e disoccupati Record dei senza lavoro

Loading

L’ Istat pubblica i nuovi numeri sul lavoro, e le rilevazioni riguardano due periodi dall’andamento discontinuo: ci sono i dati finali del primo trimestre del 2011 (alcuni persino positivi) e a seguire quelli provvisori relativi al mese di maggio (di nuovo in peggioramento). Ma nel complesso prevalgono le brutte notizie, e anche fra gennaio e marzo spicca il record della disoccupazione giovanile al 29,6%, contro il 28,8% del corrispondente periodo di un anno fa. Ancora peggio è andata a chi ha fra i 15 e i 24 anni al Sud, perché così la quota dei senza lavoro nel primo trimestre sale al 40,6%, e fra le donne del Mezzogiorno si è registrato addirittura un picco del 46,1%.
Per quanto riguarda la generalità  dei lavoratori, a prescindere dall’età  e dal sesso, qualche schiarita si segnala nei dati che l’Istat ha diffuso ieri a sul primo trimestre, visto che c’è stata una riduzione del 5,2% sullo stesso periodo del 2010, pari a -118.000 unità , e questo non succedeva dall’inizio del 2008. Però questi numeri sono nati vecchi, perché i dati parziali del secondo trimestre segnalano già  un’inversione di tendenza, infatti nel mese di maggio il numero complessivo dei disoccupati è tornato sopra la soglia dei 2 milioni, precisamente a quota 2,011 milioni, registrando un aumento rispetto ad aprile dello 0,8% (+17 mila unità , con aumento della componente maschile e diminuzione di quella femminile).
D’altra parte la lettura dei dati non risulta tutta sfavorevole, perché nel confronto su base annua (cioè con maggio 2010) il numero dei disoccupati in Italia diminuisce del 6,5% (-139 mila unità ). Insomma la situazione è mossa, come capita tipicamente in una ripresa che però è segnata da molte incertezze e non si decide a prendere un indirizzo definito. Intanto troppe persone restano nel limbo.
Nel primo trimestre il tasso di disoccupazione è stato dell’8,6% rispetto al 9,1% del primo trimestre 2010 e la flessione è stata più accentuata per le donne (-0,9%) che per gli uomini (-0,2%). Ma il miglioramento è depotenziato dalla crescita parallela della popolazione inattiva, composta da coloro che cercano lavoro ma non attivamente (+79.000 unità ) e da quanti non lo cercano e non sono disponibili a lavorare (+61.000).
Se si fotografano le cifre più recenti, quelli di maggio (stima provvisoria dell’Istat su dati destagionalizzati), il tasso di disoccupazione sale all’8,1%, con un aumento di 0,1 punti percentuali rispetto ad aprile, ma in calo su base annua di 0,5 punti (cioè a maggio 2010 era pari a 8,6%). Il tasso di disoccupazione maschile aumenta di 0,2 punti percentuali rispetto ad aprile, ma diminuisce su base annua (-0,2%) a quota 7,4%. Il tasso di disoccupazione femminile è pari al 9%, in calo rispetto ad aprile di 0,1 punti, mentre in termini tendenziali c’è una diminuzione dell’1%.
Guardando alle cose dal punto di vista dell’occupazione (anziché della disoccupazione), il tasso degli occupati a maggio è pari al 56,9%, in crescita rispetto ad aprile dello 0,1% e stabile rispetto a maggio 2010 (67,4% per gli uomini e 46,5% per le donne). In numeri assoluti, a maggio 2011 gli occupati sono 22,914 milioni, in aumento dello 0,1% (+21 mila unità ) rispetto ad aprile. Nel confronto con lo stesso mese dell’anno precedente l’occupazione cresce dello 0,2% (+34 mila unità ) e l’aumento è dovuto tutto alle donne.


Related Articles

GIL: presentato il progetto “LABSD”, per capire come cambia il Paese

Loading

“Una lettura più approfondita” che faccia capire meglio come sta cambiando il Paese, in modo da poter, così, “leggere in anticipo i cambiamenti” e, quindi, avere “una prospettiva guida” che renda “più efficace e più progettuale” l’attività  dell’organizzazione. Sono le parole pronunciate oggi dal segretario Generale della Cgil, Susanna Camusso, nel corso della presentazione del progetto ‘Labsd’.

Il paese al mondo più pericoloso per le donne

Loading

Nonostante gli Stati uniti e l’occidente (nonché l’establishment guidato dal presidente Karzai) vi stiano importando democrazia da ormai dieci anni, l’Afghanistan si conferma il paese del mondo più pericoloso per le donne: questo il risultato di uno studio condotto dalla Fondazione Thomson Reuters sulla base dei dati di TrustLaw.

Rapporto Censis. Sanità sempre più costosa: 11 milioni rinunciano alle cure

Loading

Rapporto Censis. Liste d’attesa infinite e strutture obsolete allontanano i cittadini più deboli dagli ospedali, mentre tornano a crescere le spese per l’assistenza privata

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment