Ghedini: Fininvest pagherà  Cir speriamo di rifarci in Cassazione

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MILANO – Entro pochi giorni sul conto bancario del gruppo Cir saranno versati 560 milioni di euro. A 72 ore dal deposito della sentenza sullo «scippo» di Segrate, i legali della holding che controlla il gruppo Espresso, Enzo Roppo ed Elisabetta Rubini, hanno compiuto il primo atto dell’iter per l'”escussione” del credito. Ieri mattina, ritirata una copia “autentica” della sentenza con cui la Corte civile d’appello di Milano ha condannato Fininvest al maxirisarcimento – riconosciuto sulla base della corruzione accertata del giudice che nel 1991 consegnò la Mondadori appunto alla Fininvest, danneggiando la Cir – hanno notificato il documento prima a Intesa-San Paolo e alla società  fondata da Silvio Berlusconi. Era stato proprio il colosso bancario ad aver garantito con una fidejussione il debito, dopo il primo grado. Dal 2009 sono 806 i milioni di euro a disposizione, visto che in primo grado il risarcimento era di 750 milioni. Ora serviranno una decina di giorni lavorativi alla banca per effettuare il versamento alla Cir.
A questo punto sembra tramontare l’ipotesi di una contromossa del pool di legali Fininvest per tentare di congelare il risarcimento. Dopo due giorni di silenzi da parte dell’azienda, ieri mattina è stato il legale del Cavaliere, Niccolò Ghedini, a svelare ufficialmente la linea che dovrebbe essere seguita dal gruppo di Segrate. «Fininvest pagherà », ha assicurato Ghedini che ha anche escluso «categoricamente» l’ipotesi di una legge per bloccare il pagamento.
Fininvest pagherà  e «poi speriamo – ha aggiunto il legale – che riabbia i soldi indietro dopo che la Cassazione avrà  fatto giustizia». Ai cronisti che gli chiedevano di un eventuale ricorso presentato dalla società  del Biscione, Ghedini ha manifestato la convinzione che i giudici non sospenderanno l’esecutività  della sentenza. Ha aggiunto inoltre che non c’è nessuna ipotesi di legge allo studio, «lo escludo». La norma «salva-Fininvest», inserita e poi esclusa dalla manovra Finanziaria, affermava «un principio di civiltà », ha comunque sostenuto Ghedini, a margine dell’udienza Mediatrade, in cui sempre a Milano il Cavaliere è imputato di appropriazione indebita. Secondo l’esponente del Pdl, inoltre, ci sono «società  costrette» a pagare in sostanza prima della sentenza definitiva. Questo, in sintesi, il ragionamento che lo ha portato ad affermare che quella norma affermava un «principio di civiltà ».
«Quello che è successo è troppo grave», ha detto ancora ieri Marina Berlusconi riferendosi alla sentenza sul Lodo Mondadori. Il numero uno di Fininvest ha comunque escluso qualsiasi cessione delle aziende controllate dalla sua famiglia. E anche l’amministratore delegato dell’Ac Milan, Adriano Galliani, ha smentito che la sentenza possa influenzare il futuro della società  rossonera. «Non solo Silvio Berlusconi rimane – ha detto ieri Galliani al raduno della squadra – ma lo fa con grande entusiasmo». Un concetto che è stato rafforzato anche dalla figlia del premier, Barbara, da pochi mesi nominata nel Cda del società  di via Turati. «Voglio rassicurare i tifosi – ha spiegato – : non mancherà  l’impegno del gruppo per il Milan per raggiungere tutti i prestigiosi obiettivi che ci siamo dati».
Ieri, intanto, proprio durante l’udienza preliminare Mediatrade, Ghedini e l’avvocato Piero Longo, hanno chiesto al gup Maria Vicidomini il proscioglimento del premier dall’accusa di aver sovrafatturato i diritti televisivi delle major americane. L’udienza è stata aggiornata al 18 ottobre, quando la Vicidomini dovrebbe decidere per il rinvio a giudizio o per il proscioglimento.


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