G8, la memoria e il futuro

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Ho chiesto allo sportello i turisti se esiste un programma di iniziative per il decennale del G8. Mi hanno guardato inorridito. No, no… al massimo qualche manifestazione politica…». Andrea De Lotto, maestro elementare a Barcellona e ideatore della Nave dei Diritti che lo scorso anno aveva (ri) portato a Genova mille italiani, scuote la testa. Vaglielo a dire, a chi dovrebbe informare, che, in meno di un mese, andranno in scena oltre duecento eventi, tra convegni, dibattiti, spettacoli, concerti. Nel segno di Cassandra, la profetessa, a cui è dedicato con orgogliosa ironia, la mostra che accompagnerà  il ritorno del G8.
La kermesse, di fatto, è già  partita. Il gran finale sabato 23, con concertone in piazza Caricamento. Assicurata la presenza dei gruppi militanti, dai Modena City Ramblers agli Assalti Frontali, prenotato un posto da Roy Paci. Ma, per suonare, c’è la fila e le sorprese non mancheranno. Prima della musica, il corteo che attraverserà  la città . Alla tradizionale manifestazione qualcuno avrebbe rinunciato volentieri, ma alla fine il corteo si farà . Con due incognite: gli antagonisti più radicali (quelli che anche dieci anni fa avevano sdegnosamente rifiutato ogni ipotesi di collaborazione con il Genoa Social Forum) e l’atteggiamento delle forze dell’ordine. Preoccupano il passaparola minaccioso dei primi, così come lascia interdetto il comportamento della polizia durante lo sciopero generale con tanto di pestaggio ai danni di ragazzini. Pochi lo dicono, ma c’è chi ha fiutato un clima poco tranquillizzante. C’è un mese per lavorare su tutti i fronti.
Nel mentre, di cose ne succederanno parecchie. A cominciare, oggi pomeriggio, dall’inaugurazione della mostra, realizzata da Progetto Comunicazione nel sottoporticato di Palazzo Ducale. Un viaggio tra le drammatiche giornate del 2001, ma anche, e soprattutto, attraverso un decennio. Con la convinzione che buona parte di quello che è accaduto, dalle grandi migrazioni alle crisi finanziarie, a Genova era già  stato previsto. Ma i contenuti dei giorni che precedettero il vertice erano stati spazzati via dalla violenza. Al Ducale spazio a arte, foto, installazioni multimediali, insieme alla satira di Altan, Vauro, Ellekappa.
Quasi impossibile poi destreggiarsi tra la miriade di appuntamenti. Solo per citarne alcuni, l’incontro tra Serge Latouche, il teorico della decrescita e Susanna Camusso, segretaria generale della Cgil, martedì 5 all’ex Manifattura Tabacchi di Sestri, il concerto di Claudio Lolli, domenica 10 a Villa Imperiale, lo spettacolo di Moni Ovadia, il giorno dopo, al teatro della Corte, Daniele Biacchessi e i Gang a Palazzo Rosso venerdì 15. Sullo sfondo le lotte del Nordafrica, quelle glocal italiane, il sorriso spezzato di Vik, Vittorio Arrigoni, il cooperante ucciso in Palestina, simbolo dell’impegno senza frontiere.
Poi il gran finale. Che sarà  presentato ufficialmente a Roma. Qualcuno è perplesso, i navigatori di lungo corso del movimento non hanno dubbi: è un sistema per offrire una vetrina ai leader nazionali dei vari gruppi. Perché Genova, dieci anni dopo, fa ancora notizia. Le lotte contro il cemento, i No Tav e gli oppositori dell’ampliamento della base Dal Molin, a Vicenza. E poi il comitato per l’Acqua Pubblica che, ha condotto la battaglia contro la privatizzazione dei servizi pubblici e guidato la vittoria ai referendum. C’è un filo rosso che lega quella che alcuni chiamano “democrazia insorgente”, una richiesta di giustizia che nasce dal basso, Proprio questa può essere identificata, secondo molti, come la vera, grande eredità  del movimento nato intorno al G8 genovese. Una realtà  complessa, eterogenea, spesso in conflitto, che era riuscito a organizzarsi intorno a un progetto che non si limitava alla contestazione del vertice. L’esplosione di violenza, la repressione, ne ha tarpato le ali. Ma i frutti, spesso con fatica, sbocciano qua e là . I rappresentanti delle battaglie locali a Genova ci saranno, ancora una volta. Da protagonisti, ancora più che dieci anni fa.


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