G8, cinquantamila in piazza 10 anni dopo “Siamo pacifisti, lo Stato chieda scusa”

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GENOVA – «Voi la crisi. Noi la speranza»: dietro lo striscione ieri pomeriggio hanno marciato in cinquantamila, riconquistando idealmente Genova e quella Zona Rossa che durante il G8 era stata solo sinonimo di repressione e morte. Dieci anni dopo, il movimento no-global si è pacificamente ritrovato: senza nemmeno un partito di quelli presenti in Parlamento, ma nel nome dei No Tav e di Carlo Giuliani, delle lotte per l’acqua pubblica e il lavoro, per la difesa della terra e dei diritti dei migranti. Un arcobaleno di sigle tra mondo cattolico e operaio, anarchici, ambientalisti. E soprattutto tante persone giunte per conto proprio nel capoluogo ligure. Hanno marciato per due ore e quattro chilometri lungo le strade cittadine fino al Porto Antico, dove un concerto musicale ha chiuso a tarda notte un mese di appuntamenti (mostre, dibattiti, seminari) che il capoluogo ligure ha voluto dedicare al decennale. Una partecipazione che ha sorpreso gli stessi organizzatori. «Abbiamo vinto una scommessa con il futuro, mettendo insieme forze così diverse. Ci era riuscito anche dieci anni fa, ma poi il movimento si era disgregato. Questo è un segnale forte: da domani cercheremo di impostare una nuova, grande alleanza altermondialista», ha commentato Piero Bernocchi dei Cobas. «Si riparte da qui, ancora una volta da Genova: per cercare prima di tutto risposte di giustizia sociale alla crisi, per rilanciare il successo dei referendum», ha aggiunto Vittorio Agnoletto. Che è tornato a pretendere, a nome di tutti, le scuse dello Stato per le violenze subite nel 2001: «Sarebbe ora che il presidente Giorgio Napolitano dicesse qualche parola: questa folla lo chiede, a ragione». A marciare davanti a tutti c’erano i genitori di Carlo Giuliani, molte delle vittime del massacro di polizia della scuola Diaz e tanti di quei ragazzi che furono torturati per tre giorni e tre notti nella caserma di Bolzaneto. Per Nichi Vendola, anche lui in corteo, «lo Stato su quelle pagine nere non ha mai espresso parole chiare. Anzi. Penso alle promozioni di chi fu coinvolto nelle storie peggiori. Siamo qui per chiedere che sia fatta giustizia sui buchi neri che furono aperti in quei giorni».
Dieci anni fa erano in trecentomila a marciare in corso Italia contro il G8, prima che partissero le cariche delle forze dell’ordine. Questa volta cinquecento agenti e militari sono rimasti discretamente nascosti, mentre un elicottero della polizia osservava da molto lontano. E tutto ha funzionato per il meglio. «Non c’era pericolo, non c’è mai stato. Non oggi, non dieci anni fa – ha commentato il sindaco, Marta Vincenzi – . Il movimento e la città  intera hanno vinto: le iniziative che si sono svolte in questo mese avevano l’obiettivo di richiedere verità  e giustizia rispetto ai fatti di allora, ma anche prospettare una nuova idea del mondo globale che metta al centro le persone e non l’economia. Una nuova visione del Mediterraneo, come mare di pace, a partire dalle rivoluzioni democratiche dei paesi nordafricani». Da Genova verso il Global social forum che si terrà  nel Maghreb il prossimo anno, ha annunciato il primo cittadino. Perché contro la crisi c’è ancora la speranza.


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