Famiglie, l’80% possiede la casa in cui vive ma solo il 4% degli under trenta è proprietario
ROMA – E’ l’investimento per eccellenza. Lo confermano i dati, ancora una volta. Otto famiglie italiane su dieci vivono nella casa che posseggono. In media, 115 metri quadri di sicurezza, specie in tempi di crisi. Ma la ricchezza legata al mattone, e qui sta la novità , non è affatto equa, visto che un quarto del valore delle abitazioni è in mano al 5% di proprietari più ricchi e neanche un quinto a disposizione del 50% di proprietari più poveri. E, soprattutto, sbilanciata anche in rapporto all’età , dal momento che solo il 4% dei proprietari ha meno di trent’anni.
Una concentrazione diseguale di un tesoretto cospicuo pari a 6.335 miliardi. Tanto valgono appartamenti, ville, negozi, fabbricati, capannoni industriali, box, cantine disseminati sul territorio italiano. In tutto, 59 milioni di immobili, raccontati e radiografati dalla terza edizione del rapporto 2011 preparato dall’Agenzia del territorio e dal dipartimento delle Finanze, con la collaborazione di Sogei che, per la prima volta, incrocia i dati della dichiarazione dei redditi (anno 2009), del catasto e del Registro su compravendite, donazioni e successioni.
Così, si scopre che in Italia per ogni cento famiglie esistono in media 116 abitazioni. Molto di più al Sud e nelle isole (132), per via delle case di villeggiatura, ma anche per effetto della migrazione interna che spopola territori e abitazioni. Spulciando i dati, emerge poi che dei 59 milioni di immobili totali (equivalenti a 33,5 miliardi di euro di rendita catastale) quasi 52 milioni sono intestati a persone fisiche (il resto sono di aziende, enti e società ): 1,2 milioni in più rispetto al 2008, per un valore complessivo che supera i 5.700 miliardi di euro.
Si tratta di case, dunque. Moltissime. Di queste, 20 milioni sono usate come abitazioni principali, 6 milioni lasciate a disposizione, solo 5 milioni affittate, ovvero il 9,6% (un numero inferiore a quanto dichiarato nel 2008, un effetto della crisi), poco più di un milione concesse ad uso gratuito, magari a figli, parenti o amici. Esistono, poi, quasi due milioni di abitazioni, il 3,7% del totale, «non riscontrate in dichiarazione». Sono le “case fantasma” che sfuggono alla statistica e al fisco e per le quali «è in corso un’opera di contrasto che dovrebbe portare a breve importanti risultati», assicura Gabriella Alemanno, direttore dell’Agenzia del territorio. Proprio per questo, «lo stock di immobili è un dato sottostimato», avverte.
Se si mettono a confronto, poi, reddito disponibile dei proprietari e valore delle loro abitazioni i risultati rivelano che chi dichiara 17 mila euro annui abita in una casa da 109 mila euro. I lavoratori dipendenti posseggono, invece, un’abitazione da 156 mila euro, i pensionati da 185 mila euro, gli autonomi da 203 mila. Infine, i contribuenti che dichiarano prevalentemente redditi da fabbricati possono contare su immobili da 351 mila euro. Ovviamente in media.
Per quanto riguarda, poi, le imprese solo il 24% tra quelle che presentano la dichiarazione dei redditi detengono anche fabbricati: il 62% è al Nord, il 23% al Centro e appena il 15% al Sud. In particolare, i proprietari con un giro d’affari che supera i 500 mila euro concentrano il 55% delle proprietà immobiliari aziendali complessive. La parte restante è frazionata tra aziende medio-piccole, soprattutto a conduzione familiare.
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