by Sergio Segio | 5 Luglio 2011 7:07
Le accuse loro contestate sono di disastro ambientale doloso (per l’inquinamento e la dispersione delle fibre-killer) e omissione volontaria di cautele nei luoghi di lavoro. L’accusa ha chiesto anche tre pene accessorie: l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, l’incapacità di trattare con la pubblica amministrazione per tre anni e l’interdizione temporanea dalla direzione di imprese per dieci anni. La pena richiesta dal pm Guariniello per i due alti dirigenti della Eternit è di 12 anni, ma è stata accresciuta a 20 in quanto il reato è stato continuato. «E continua ancora oggi», ha precisato il magistrato. «La tragedia si è consumata sotto un’unica regia senza che mai nessun tribunale abbia chiamato i veri responsabili a rispondere». Secondo la tesi dell’accusa, «si parla di dolo non solo eventuale, ma addirittura diretto. Abbiamo accertato, infatti, che gli imputati non si sono limitati ad accettare il rischio che il disastro si verificasse e continuasse a verificarsi, ma lo hanno accettato e continuano ad accettarlo ancora oggi». Ad aggravare il quadro accusatorio il fatto che gli imputati «sono stati mossi dalla precisa volontà di negare la cancerogenicità dell’amianto e di proseguire l’attività a tutti i costi, tra i quali anche il mettere a repentaglio la salute della popolazione e dei lavoratori».
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