Emilia e Umbria dicono no ai rifiuti

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ROMA — Trovare Regioni disposte a dare una mano alla Campania per risolvere l’emergenza rifiuti sta diventando un affare sempre più complicato. I «niet» — talvolta con toni amichevoli e sinceramente dispiaciuti, talvolta freddi e categorici— si ripetono. Arrivano tanto dalle amministrazioni «rosse» quanto da quelle targate Pdl.
Dall’Emilia di Vasco Errani, dall’Umbria di Catiuscia Marini, dal Lazio di Renata Polverini e dalla Lombardia di Roberto Formigoni: equivalgono a sfumature quelle differenze tra i «no» che stanno abbattendosi in queste ore sulla richiesta di soccorso in arrivo da Napoli e provincia, dove ieri sono stati almeno 30 i roghi accesi per togliere di mezzo la spazzatura che marcisce per strada. Il decreto governativo peraltro sembra complicare le cose.
Per ottenere il nulla osta, in alcune regioni basta un’autorizzazione del presidente mentre in altre è necessaria una deliberazione della giunta, per cui i tempi tecnici si allungano. È il caso della Sicilia, dove i conferimenti sulla base di semplici accordi tra imprese, adesso hanno bisogno di un «via libera» ufficiale piuttosto macchinoso.
 Difficoltà  complessive previste dal governatore dell’Emilia e presidente della Conferenza delle regioni Vasco Errani che, per accogliere l’immondizia napoletana, ha posto condizioni che per adesso suonano come un rifiuto: vale a dire «procedure certe per l’apertura di nuove discariche nella Campania e poteri speciali ai sindaci» . Il più sconfortato per il no ribadito «all’amico Stefano» sembra Giuseppe Scopelliti (Pdl), il governatore della Calabria dove peraltro la gestione dei rifiuti è commissariata. Racconta che venerdì ha incontrato il suo dirimpettaio campano Caldoro per dirgli «che purtroppo stavolta non potremo dare una mano. Ci sono restrizioni giudiziarie e amministrative sulle aree che ospitano le discariche» .
Un dialogo concluso con una pacca sulla spalla: «Mi dispiace. Ma Stefano è un amico, ha capito e mi ha ringraziato» . Il presidente della giunta campana ieri ha telefonato anche al governatore della Toscana Enrico Rossi che, unico fra tanti, ha offerto la sua disponibilità : «Intanto risolviamo l’emergenza, e semmai facciamo a pugni dopo. Non è possibile che qualche decina di migliaia di tonnellate di spazzatura da rimuovere si trasformino in un problema insormontabile» . Poi però le parole si fanno più taglienti: «Bisognerebbe che il governo convocasse tutte le Regioni, chiarendo che ognuno deve fare la sua parte» .
Mentre dal Lazio Renata Polverini (Pdl) ribadisce che «non siamo nelle condizioni di aiutare Napoli» , un’altra Regione che sta orientandosi verso il «no» è la Puglia di Nichi Vendola (leader di Sel) dove sinora sono state smaltite 120 mila tonnellate di «munnezza» napoletana, «il peso totale della nostra solidarietà , mostrata sin dal 2008» , chiarisce Lorenzo Nicastro, pm barese che oggi è assessore all’ambiente in quota idv.
Da aprile il sostegno alla Campania è cessato. Un aiuto cancellato dopo la scoperta, da parte dei carabinieri del Noe e della polizia provinciale di Taranto, che nelle discariche pugliesi finiva spazzatura «non sigillata» e «diversa» da quella che era stata concordata. Ed ecco perché quello che Nicastro definisce «patto d’onore» tra Campania e Puglia— vale a dire il protocollo d’intesa che in qualche modo ha anticipato il decreto governativo sui rifiuti — si è dissolto. Per ritrovare l’accordo basterebbe poco, «garanzie assolute sui conferimenti — scandisce l’ex procuratore — e ottenere quegli otto milioni di euro» attesi da governo e regione Campania come contropartita in termini di bonifiche ambientali che sinora non si sono viste. Anche l’Umbria, dove peraltro non è arrivata la richiesta di nulla osta all’invio dei rifiuti indirizzata dalla Campania, è schierata per il «no» .
 L’assessore regionale all’Ambiente Silvano Rometti spiega che delle 7 discariche regionali, 4 sono esaurite e 3 sono in fase di saturazione. Insomma, visto che anche da queste parti sono in difficoltà  con lo smaltimento, figurarsi cosa succederebbe ad accogliere la spazzatura dalla Campania, che deve ancora saldare all’Umbria un milione e 200 mila euro, spettanze pregresse per un aiuto — sempre sui rifiuti— risalente al 2008.


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