Edf non apre la trattativa per Edison “Prima il via libera del governo italiano”
MILANO – La lettera con cui i vertici di A2a hanno chiesto ufficialmente la riapertura delle trattative è già partita alla volta della sede parigina di Edf. Ma dalla capitale francese non è ancora arrivata nessuna risposta. E prima che accada, ci dovrà essere una presa di posizione del governo italiano ai suoi livelli più alti, con la chiara indicazione che questa volta non ci saranno interferenze.
È questa la situazione in cui versano i colloqui per la revisione dei patti che regolano la governance di Edison, in scadenza il prossimo 15 settembre. Con i soci italiani guidati da A2a che vorrebbero una revisione degli accordi sottoscritti a marzo, ma bloccati all’ultimo momento dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti, intenzionato a non consentire il passaggio di Edison sotto le insegne di Edf, i quali vorrebbero trasformarla nella loro gas company in Europa. Approfittando della battuta d’arresto, ora A2a vorrebbe strappare condizioni più vantaggiose sia in termini economici che di governance (anche perché il governo non gradisce l’uscita totale di scena delle utility italiane da Edison).
Ma l’ad di Edf Henri Proglio non è intenzionato a scottarsi una seconda volta, stringendo nuovi accordi che potrebbe essere sempre stoppati dal fronte della politica. Per questo motivo ha fatto sapere ai negoziatori designati da A2a, il presidente del consiglio di gestione Giuliano Zuccoli e il direttore generale Renato Ravanelli, che prima si sedersi al tavolo vuole rassicurazioni precise da parte dell’esecutivo italiano e, in particolare, dal ministro Tremonti.
Nonostante la richiesta dei francesi sia già stata fatta pervenire al governo – si parla di missioni diplomatiche dello stesso Proglio a Roma – i vertici di Palazzo Chigi non avrebbero ancora preso posizione. Anche se gli interventi politici si susseguono ormai da giorni. Settimana scorsa era stata la commissione Bilancio della Camera a votare un ordine del giorno bipartisan in cui si chiedeva al governo di intervenire, di fatto, in favore dei soci italiani di Edison, mobilitando la forza finanziaria della Cassa Depositi e Prestiti.
Iniziativa cui ha risposto il sottosegretario allo Sviluppo economico Stefano Saglia che si è detto d’accordo nella difesa dell’italianità di una società che opera in un settore strategico come l’energia, ma ha sottolineato come l’intervento della Cdp non sarebbe permesso dall’Antitrust visto che la Cassa possiede quote sia di Enel che di Eni, le società di cui Edison è il principale concorrente. Risposta che però non ha soddisfatto il leghista Massimo Polledri (uno dei firmatari del documento bipartisan in Commissione con Antonio Borghesi dell’Idv) che è tornato a chiedere l’intervento della Cdp in modo da consentire «al gruppo A2A di rilevare una parte importante di Edison».
Anche per questo motivo Edf chiede una parola chiara da parte del governo italiano che metta fine alle polemiche, ancor prima di tornare a sedersi al tavolo delle trattative e per evitare che un eventuale accordo venga rimesso in discussione poco dopo.
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