Dopo Fitch, Moody’s Grecia degradata

by Sergio Segio | 26 Luglio 2011 7:33

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In più, l’agenzia esprime preoccupazione per il «precedente» creato dal caso greco, anche se il vertice della zona euro di venerdì ha insistito sull’ «unicità » di Atene e delle misure prese in questa occasione. Per Moody’s, «il programma» annunciato dall’Unione europea e dall’Ifi (International Finance Institute, la lobby bancaria mondiale) «implica la possibilità  di scambio squilibrata e quindi di default del debito greco, virtualmente al 100%». A preoccupare è il coinvolgimento «volontario» dei privati, banche, assicurazioni e fondi di investimento. Se con il nuovo piano il debito greco viene alleggerito di 13,5 miliardi, secondo la Moody’s ci saranno delle «perdite sicure» per i detentori di obbligazioni greche, qualunque menu scelgano di adottare (roll over, privilegiato dalle banche francesi, cioè reinvestimento delle obbligazioni greche in scadenza in titoli a 30 anni; scambio di titoli, preferito dalle banche tedesche, cioè rimpiazzo immediato di tutto il debito con titoli a 30 anni, con ribasso dei tassi; riacquisto del debito da parte delle banche greche a prezzo scontato, grazie al finanziamento del Fondo europeo di stabilità  finanziaria). Si parla di una perdita del 20% del valore dei crediti dei privati, ma le banche fanno già  calcoli più pesanti. Ieri, titoli bancari in calo in tutte le Borse europee. Le agenzie di rating sono pessimiste, perché ritengono che i pompieri di Bruxelles venerdì abbiano spento l’incendio, ma che la brace continui a covare sotto la cenere, pronta a una prossima fiammata. L’Europa ha soprattutto preso tempo, per evitare il temuto contagio. Ma non ha realizzato una svolta di fondo sul piano della solidarietà  e dell’unione politica, mossa necessaria in un’area con una moneta unica. Un piccolo passo verso gli Eurobonds è stato fatto, ma per ora è solo un’ipotesi lontana. Per Moody’s, malgrado la preoccupazione europea di mettere dei paletti per isolare il caso greco, il piano stabilisce un precedente per un’eventuale futura ristrutturazione, nel caso il debito sovrano di un altro stato diventi problematico come quello greco. Il Fondo europeo di stabilità  finanziaria, anche se aumentato, non potrà  mai far fronte a una crisi del debito di un paese come l’Italia.

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