Decreto rifiuti, Napolitano firma “Ma non risolve l’emergenza”
NAPOLI – «Quel decreto non è risolutivo». Giorgio Napolitano aveva chiesto con forza l’intervento del governo sui rifiuti campani, aveva anche ricordato come il provvedimento necessario fosse già stato bocciato due volte dalla Lega. Ora Berlusconi ha provveduto, ma con un testo che ha sollevato subiti numerosi dubbi e scetticismi, e che è parso insufficiente anche al Quirinale. Il Capo dello Stato lo ha firmato, ma aggiungendo una nota che è una sferzata sul lavoro di giovedì a Palazzo Chigi: «Nel rilevare i limiti di contenuto del provvedimento, che nel testo approvato ieri dal Consiglio dei ministri non appare rispondente alle attese e tantomeno risolutivo, il Capo dello Stato auspica che il governo adotti ogni ulteriore intervento necessario per assicurare l’effettivo superamento di una emergenza di rilevanza nazionale attraverso una piena responsabilizzazione di tutte le istituzioni insieme con le autorità locali della Campania».
Tutto da rifare dunque. Con un invito diretto al governo, a porre rimedio, che sembra chiedere un provvedimento ulteriore prima ancora delle possibili modifiche in sede di conversione parlamentare del decreto. E quel richiamo alla «piena responsabilizzazione di tutte le istituzioni» echeggia le prime contestazioni sorte in sede di Conferenza Stato-Regioni. Non a caso è Vasco Errani, presidente di quell’organismo, il primo a commentare l’intervento di Napolitano: «Parole assolutamente condivisibili, e che corrispondono a quanto abbiamo cercato di esprimere in questi giorni. Auspico ora che l’esecutivo abbia la forza e la convinzione di fare un salto di qualità affinchè prevalga la responsabilità , coinvolgendo pienamente tutte le istituzioni della Repubblica, partendo dai necessari interventi per l’apertura di nuove discariche in Campania. È questa l’unica strada possibile e seria per affrontare una emergenza nazionale, non reggono infatti scorciatoie Regione per Regione». È il punto debole del decreto. Picconato dalla Lega e ridotto alle troppo incerte trattative fra singoli Regioni. Anche il ministro per l’Ambiente Prestigiacomo plaude a Napolitano: «È pienamente da condividere il suo appello. Il governo non farà mancare il suo apporto e sostegno. Napoli è una questione nazionale che ci riguarda tutti e che tutti assieme dobbiamo, responsabilmente, affrontare e finalmente risolvere». In serata Umberto Bossi, durante un comizio a Cassano Magnago, ha detto: «Capisco Napolitano, lui è originario di Napoli. Però la gente del Nord non vuole i rifiuti di Napoli». E poi sulla guerra in Libia: «Esiste una data per la fine: è il settembre 2011».
«Molto soddisfatto del parere del Presidente» si dice il sindaco Luigi de Magistris, che già aveva definito «pilatesco» il decreto. Andrea Orlando, commissario del Pd di Napoli, sfida il governo: «Accolga la sollecitazione del Capo dello Stato ed emani un provvedimento in grado di risolvere davvero la gravissima situazione». Analogo appello dal leader dei Verdi Angelo Bonelli. In mattinata Nichi Vendola aveva censurato la subordinazione di Berlusconi alla Lega: «Questa considera Napoli estranea alle proprie competenze. Abbiamo un governo che ha inglobato un pezzo di secessione».
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