Debito pubblico record in maggio, crescita e lavoro sempre più a rischio

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 A manovra approvata in fretta e in furia, Bankitalia dà  una gelata all’insensato ottimismo del governo. Nel supplemento al suo Bollettino statistico sulla finanza pubblica della Banca d’Italia si legge infatti che sale ancora il debito pubblico che, a maggio, tocca il nuovo record di 1897,472 miliardi di euro contro i 1890,516 del mese di aprile. Non basta. Nel suo Bollettino economico, Bankitalia scrive che la crescita resta su tassi moderati e, anzi, la crisi del debito sovrano dell’Unione europea rende elevate le incertezze sulle prospettive dell’economia. Gli economisti di via nazionale lasciano nere le previsioni sull’occupazione, e nere quelle sull’andamento dell’economia fatte nel gennaio scorso, confermando che il Pil nel 2011 resterà  inchiodato a un +1%, aumentando solo leggermente da 1 a 1,1% la crescita del 2012.

Bankitalia apprezza poi la manovra per il consolidamento dei conti pubblici, azione «essenziale per favorire il rientro dei premi al rischio, la discesa dei tassi di interesse a lungo termine e quindi la crescita dell’attività  economica», ma ammonisce anche a limitare l’aumento del prelievo fiscale e a mettere in campo politiche strutturali. Parole già  dette e ripetute – l’ultima volta tre giorni fa al’assemblea annuale dell’Abi – dal governatore Mario Draghi, orma sulla via di Francoforte per la presidenza della Banca centrale europea.
La correzione, si legge anche nel Bollettino, è inoltre necessaria perché per ora l’aumento dei differenziali di rendimento sui Titoli di Stato produce «effetti limitati, ma se l’attuale livello degli spread persistesse ne deriverebbero ingenti oneri per i conti pubblici e il rischio di ripercussioni sui costi di finanziamento dell’economia». I punti base di differenza fra i Btp italiani e iBund tedeschi di riferimento hanno oscillato ieri ancora intorno ai 300, molti, moltissimi.
Certo, notano ancora in via Nazionale, le misure di riequilibrio dei conti pubblici, assieme al persistere della debolezza della domanda privata, avranno effetti sull’attività  economica e il Pil continuerà  ad aumentare ma «a un ritmo moderato, leggermente inferiore a quello del trimestre appena concluso» il quale aveva accelerato dopo sei mesi di sostanziale stagnazione. Le uniche buone notizie, a livello di Bollettino, arrivano soltanto dalle esportazioni, che crescono a livelli abbastanza sostenuti (+6% nel biennio) arrivando il prossimo anno a recuperare i livelli pre-crisi.
Un’altra grande nuvole nera riguarda invece il fronte del mercato del lavoro, dove l’occupazione ristagna e si attesta sui valori medi dello scorcio del 2010. Il tasso dei disoccupati è sceso all’8,2% nel primo trimestre e, sulla base dei dati provvisori, il calo è proseguito in primavera arrivando a maggio all’8,1%. Ma Bankitalia prevede poi un peggioramento delle attese sull’occupazione delle imprese, mentre sottolinea si è interrotto il calo della Cassa Integrazione. Inoltre la Banca d’Italia, sulla base dei dati Inail, rileva che «le imprese continuano a prediligere assunzioni con contratti flessibili e part time». I dipendenti a termine sono saliti del 4,1% nel primo trimestre mentre quelli a tempo parziale del 2,5%, e il lavoro autonomo dello 0,9. Un segnale positivo arriva dall’inflazione, salita al 2,7% a giugno, che dovrebbe frenare alla fine dell’anno e ridursi, fino a tornare sotto la soglia del 2% nel 2012 con l’attenuarsi dell’effetto delle materie prime. Ma non c’è niente da ridere.


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