Comuni ricicloni: sul podio il Nord Italia, bocciate Milano, Roma e Napoli

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La valutazione dei Comuni è avvenuta attraverso un Indice di Buona Gestione che ha considerato l’azione a tutto campo nel governo complessivo del settore rifiuti: produzione, riduzione, riciclo. Ben 1290 comuni vincono l’appellativo di “Ricicloni 2011” (cioè uno su sei in Italia) e ben 731 comuni si confermano lo “zoccolo duro” del concorso, comparendo da tre anni consecutivi nelle classifiche.

“Come dimostra il caso di Napoli, quello della gestione dei rifiuti è un settore da non sottovalutare – ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza. Nonostante i passi avanti compiuti e gli exploit di Salerno e dei capoluoghi sardi, descritti dal dossier presentato oggi, rimangono ancora ampie zone problematiche, soprattutto a carico delle metropoli, sulle quali è urgente investire. La strada da percorrere è evidentemente quella dell’estensione del porta a porta, della costruzione degli impianti di riciclaggio (a partire dall’organico), della diffusione delle politiche di prevenzione e della realizzazione, per i rifiuti residuali non altrimenti riciclabili, degli impianti di smaltimento finale”.

Assenti dalla classifica di quest’anno le grandi città : Milano è ferma al 35% circa, la stessa percentuale che aveva 15 anni fa. Ma il capoluogo lombardo ha avviato su 200 mila abitanti una sperimentazione per la raccolta dell’umido da cucina e per verificare la qualità  della raccolta.
Da segnalare Torino, che giunge a un buon 42%, ma nei quartieri dove ha attivato il servizio “porta a porta” ha superato il 60%. Bocciate Roma, dove la raccolta domiciliare con il sistema misto continua a non funzionare e Napoli, ancora alle prese con l’emergenza e in attesa dell’estensione del porta a porta – prevista da settembre – messa in campo dalla nuova Giunta.

“I Comuni ricicloni fanno ben sperare, ma nel Lazio il problema sta a Roma e nei capoluoghi, dove bisogna smetterla con le scuse e passare seriamente al porta a porta – commenta il presidente di Legambiente Lazio, Lorenzo Parlati. Nella capitale il sistema della differenziata misto è un fallimento assoluto, siamo stufi e sconcertati di vedere mucchi di rifiuti attorno ai cassonetti. Anche i capoluoghi del Lazio, devono svegliarsi e fare la loro parte”.

Tra i capoluoghi segnalati solo due contano più di 100mila abitanti: Salerno e Novara. La classifica vede Verbania perdere la leadership a vantaggio di Pordenone; nell’elenco, cinque comuni del Nord e cinque tra Sud e Isole: Salerno appunto, che si conferma riciclone anche per quest’anno avendo ormai collaudato a fondo il sistema di raccolta porta a porta per i suoi 140mila abitanti, tre capoluoghi sardi (Carbonia, Oristano e Nuoro) e un altro campano (Avellino). Nessuno tra i capoluoghi del centro Italia, per il terzo anno consecutivo, supera la soglia prevista.

Le tre regioni più virtuose sono il Veneto che svetta ancora in cima alla classifica con una percentuale del 65,6% di amministrazioni virtuose sul totale dei comuni, seguito ancora dal Friuli Venezia Giulia con il 34,2% e dal Trentino Alto Adige con il 28,3%, con ben 30 comuni in più rispetto al 2010. La Lombardia, prima regione riciclona della storia d’Italia è oggi solo al quarto posto con il 21,4%. La Liguria sta cominciando a muoversi e diversi piccoli e medi comuni stanno crescendo: per ora nella classifica fa capolino solo Noli (Savona), comune rivierasco e turistico, che ha saputo superare le relative difficoltà  di organizzazione della raccolta.

Le buone pratiche e le performance di successo si stanno diffondendo anche al Centro Sud. Le Marche sono la regione capofila dell’Area centro, grazie al lavoro svolto prevalentemente da due consorzi: Cosmari e Cir33. In classifica compaiono tre comuni dell’Umbria (Tuoro Sul Trasimeno, Piegaro, Giano Dell’Umbria) e c’è la conferma dei comuni del Lazio, già  noti dai precedenti concorsi. In Toscana, a parte qualche rara e lodevole eccezione, si stenta ad affrontare col piede giusto la gestione dei rifiuti comunali. Anche al Sud nessuna grossa novità  con la riconferma della Campania, che colloca nelle differenti graduatorie demografiche 48 comuni, seguita dalla Sardegna con 34 e dall’Abruzzo con 11 comuni.

Ad eccezione di Ponte nelle Alpi, nelle prime cento posizioni, molti sono i comuni che fanno parte di un consorzio. Tra questi abbiamo 59 veneti e 33 trentini. Nella classifica dei comuni sotto i 10mila abitanti residenti nell’Area nord, tra i primi 15, troviamo 14 comuni della provincia di Trento. E tra i comuni con più di 10mila abitanti, tra i primi 15, troviamo 14 comuni della provincia di Treviso. “Il proliferare dei consorzi è la prova che fare sistema nel proprio territorio – ha detto Andrea Poggio, vice direttore nazionale di Legambiente – ha ricadute importanti sull’economia locale e nazionale, alimentando il commercio e il mercato dei materiali di cui si avvalgono migliaia di imprese che riutilizzano la materia prima. Inoltre, i comuni ricicloni, sottraendo quasi 7 milioni di tonnellate di rifiuti alla discarica, contribuiscono al contenimento di circa 3 milioni di tonnellate di CO2. Se si fosse reso necessario sostituire le materie riciclate con sostanze nuove e vergini da estrarre, fondere, raffinare per produrne di nuove, avremmo dovuto bruciare altri combustibili fossili. Anche questa è Green economy” – ha concluso Poggio.

Comuni ricicloni 2011” è stato realizzato da Ecosportello Rifiuti, lo sportello informativo di Legambiente per le pubbliche amministrazioni sulle raccolte differenziate, con il patrocinio del ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del mare, ed in collaborazione con Conai, Federambiente, Fise Assoambiente, Anci, Cial, Comieco, CoRePla, CoReVe, Cna, Rilegno, Consorzio Italiano Compostatori, Centro di Coordinamento Raee, Novamont, Achab Group, Lab23, Tritech, Scuola Agraria del Parco di Monza e la rivista Rifiuti. [GB]


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