Comuni e Regioni, 9 miliardi di tagli

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ROMA – Negozi ad apertura libera nei festivi nelle città  turistiche e visite fiscali per i dipendenti pubblici fin dal primo giorno di assenza, soprattutto dopo le feste. Resta il superbollo sui Suv (sale oltre 225 kw, 301 cavalli), e Silvio Berlusconi in persona che si preoccupa di fornire la conferma in conferenza stampa. Scompare di fatto l’Ice, l’istituto per il commercio estero che finirà  sotto lo spettro di azione della ambasciate italiane, e in questo caso la spiegazione spetta al ministro dell’Economia Giulio Tremonti.
La manovra da 47 miliardi in quattro anni destinata a portarci, nella prossima legislatura – nel 2014 – al pareggio di bilancio, si gioca anche su questo. L’entità  è notevole: ieri le cifre finali indicavano che l’aggiustamento per quest’anno sarà  di 1,5 miliardi (un po’ meno del previsto), per il prossimo il sacrificio sarà  di 5,5 miliardi, poi nel biennio di fuoco, 2013-2014 tagli di 20 miliardi per ciascun anno. Le tre gambe sulle quali si muove la manovra sono pensioni, pubblico impiego e sanità . Per tutti ci sarà  un innalzamento dell’età  di pensionamento a partire dal 2014 (un anno prima del previsto) di tre mesi ogni tre anni; per le donne – dopo un pressing Sacconi-Lega – si è scelta la strada più soft e l’età  di pensionamento per le dipendenti del settore privato crescerà  di uno-due mesi l’anno dal 2020 al 2032. Brutta sorpresa per le pensioni più alte: nessuna rivalutazione se superano cinque volte il minimo, rivalutazione al 45 per cento se superano il minimo di tre volte.
Colpiti i dipendenti pubblici che subiranno il blocco del turn over, il congelamento degli stipendi anche nel 2014 e anche una stretta sulle visite fiscali: previsti controlli immediati se l’assenza per malattia si verifica nelle giornate precedenti o successive a quelle festive. Anche la sanità  prospetta sacrifici: fin dal prossimo anno torneranno i ticket su diagnostica e specialistica (10 euro) e sui codici bianchi del pronto soccorso (25 euro). Nel mirino sono finite anche Regioni ed enti locali, che sono già  sul piede di guerra: in totale i tagli che subiranno ammontano a 9,3 miliardi. Inevitabili le reazioni: “Servizi fondamentali a rischio, addio federalismo”.
Scatta anche la spending review: il processo, destinato ad intervenire chirurgicamente sulla spesa, partirà  dal 2012 e non avrà  più il paracadute dei tagli lineari (eliminati dall’ultima versione del testo). In tutto si parla di risparmi di 5-6 miliardi. Dai tagli sono esclusi il fondo per il finanziamento ordinario delle università , le risorse destinate alla ricerca e all’istruzione scolastica.
Previsti interventi per il mercato del lavoro: sarà  confermato anche per il 2012 un bonus produttività  che, sentite le parti sociali, servirà  al sostegno fiscale della contrattazione. Prevista anche una liberalizzazione del collocamento. Altre norme, tra le quali spunta anche un finanziamento di 43 miliardi per Palermo, prevedono un taglio delle cause pendenti Inps fino a 500 euro. In vendita le case dell’e Iacp mentre i benzinai potranno vendere anche quotidiani e sigarette.


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